Respinto ricorso per scioglimento di Sorbo San Basile. Confermata la tesi delle infiltrazioni
Il provvedimento che ha deliberato lo scioglimento del Consiglio comunale di Sorbo San Basile per infiltrazioni della criminalità organizzata è legittimo.
È quanto ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha respinto un ricorso proposto dall’ex sindaco Luigi Riccelli, e da ex amministratori e consiglieri comunali del centro collinare a pochi chilometri da capoluogo calabrese.
Alla base dello scioglimento ci sarebbe anche l'omicidio dell'imprenditore Santo Gigliotti, avvenuto il 18 luglio 2016; l'uomo era il padre di Daria Gigliotti, al'epoca assessore comunale.
L’accesso agli atti del comune era stato disposto dal Prefetto di Catanzaro sulla base di una serie di elementi che avevano portato a ipotizzare condizionamenti da parte della 'ndrangheta nell’attività dell’ente e dopo l’assassinio dell'imprenditore avvenuto nel luglio 2016.
Il ricorso è stato ritenuto infondato, dal momento che per il Tar le risultanze delle indagini riportate nella Relazione del Ministro dell’Interno “disegnano un quadro di irregolarità e di affidamenti fiduciari, intervenuti in costanza dell’amministrazione eletta nel 2015, che è tipico degli ambienti infiltrati dal fenomeno della criminalità organizzata”.
I giudici hanno quindi ritenuto che “il provvedimento risulta adeguatamente sostenuto da un quadro fattuale d’insieme attestante il rischio di condizionamento da parte della criminalità organizzata e comprovato da prassi amministrative poco trasparenti, ove non decisamente illegittime, che, sebbene anche precedenti alla gestione nella quale sono stati coinvolti gli odierni ricorrenti, non risultano essere state in alcun modo bloccate, contrastate e/o sovvertite dalla amministrazione subentrante”.