Fico a San Ferdinando: “Sono qui per portare le condoglianze dello Stato”
“Sono qui perché questo è un luogo difficile dove c’è stato un omicidio brutale. Sono qui per portare le condoglianze dello Stato alla famiglia ed agli amici di Soumayla Sacko e per capire quando il corpo potrà essere restituito alla famiglia”. Lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico che questa mattina ha visitato la baraccopoli di San Ferdinando dove viveva il migrante assassinato il 2 giugno scorso.
Fico ha glissato le domande dei in merito alla chiusura dei porti disposta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ha infatti ribadito voler portare le condoglianze. Ha tuttavia affermato di monitorare “la situazione” della nave Aquarius, a bordo della quale, lo ricordiamo, ci sono 600 persone.
“So che tutte le persone a bordo della Aquarius stanno bene - ha detto Fico - e questa è la cosa più importante. So che sono partite navi con aiuti e personale medico”. Poi il presidente della Camera si è diretto nella tendopoli: “Non sono qui per creare scontri o polarizzazione, ma per facilitare una soluzione a una situazione complicata. Quella dei braccianti e dei lavoratori sottopagati. Oggi è una giornata di lavoro e progettualità”.
Una volta nella tendopoli ha fatto un riferimento ai diritti dei lavoratori “siamo in una Piana che produce agrumi, arance meravigliose, durante l'inverno, e quindi le aziende agricole devono avere i braccianti per il lavoro; braccianti che, siano migranti col permesso di soggiorno o che siano italiani, devono essere garantiti al cento per cento nei loro diritti. Quindi le paghe devono essere adeguate e le aziende agricole devono potersi occupare anche di alcune situazioni, come l'alloggio o il vitto di queste persone, perché' così è sempre funzionato".
Poi l’invito a “mettere in campo - dice Fico - altre risorse che possono essere risorse europee, che può essere l'aiuto dei sindaci nell'accoglienza diffusa, perché' qui nessuno vuole la tendopoli, anche se è molto meglio della baraccopoli ed è nella legalità. Ma noi vogliamo un altro tipo di diritto del lavoro e dei lavoratori - spiega - perché' tutti vogliamo le arance calabresi sulle tavole ma per prendere queste arance c’è un'azienda agricola che in questo momento sfrutta dei lavoratori. La bravura di uno Stato deve essere quella di riuscire a trovare soluzioni a problemi complessi, perché' se riusciamo a trovare soluzioni a problemi complessi significa che siamo uno Stato in grado di fare economia".
Ha quindi deciso di parlare della “grande distribuzione, che abbatte i prezzi e gli agricoltori non ce la fanno e i braccianti che sono la catena più debole vengono schiavizzati e sfruttati. Questa situazione deve finire e ci vuole anche un consumo critico". Fico chiama in causa le istituzioni europee: "L'Europa - dice - spesso ci lascia soli su situazioni così gravi come quelle degli arrivi e degli sbarchi. Ci sono accordi che vanno assolutamente rivisti, perché' se al porto di Gioia Tauro arrivano carichi di arance a basso costo che vengono dalla Tunisia, abbattono i prezzi; la grande distribuzione si prende le arance con un prezzo bassissimo. E' chiaro che gli agricoltori, i contadini, le aziende agricole non ce la fanno, e poi l'anello piu' debole paga”.
"Dobbiamo riuscire - conclude - a progettare insieme ai Comuni, insieme alla Regione Calabria, insieme allo Stato e al prefetto, un progetto che ci porti fuori da questa situazione e porti diritti ai lavoratori e benessere".
Fico ha poi ceduto, ha fatto un accenno all’Unione europea e all’immigrazione, dichiarando che “da molto l'Italia chiede solidarietà e aiuto a tutta Europa rispetto a una situazione che sta gestendo in prima linea nel Mediterraneo. L'Italia è stato ed è un Paese accogliente per tradizione, ma è chiaro che la situazione deve essere di solidarietà generale. E questo l'Italia lo chiede da molto tempo”.
E in merito al prossimo attracco dell’Aquarius a Valencia in Spagna Fico ha detto che “il fatto che la Spagna abbia accettato l'idea di una solidarietà nel Mediterraneo più collettiva secondo me è un dato importante. Si pone una questione che deve essere affrontata dall'intera Europa. Il fatto che le navi italiane erano andate ad assicurarsi, con medici e medicinali, che tutto fosse nelle giuste condizioni e che le persone fossero in salute era un fatto importante".
Poi l’appello a "una solidarietà europea” e “una presa d'atto di una situazione che non può gestire l'Italia. Se l'Italia è in Europa è chiaro che diventa un confine dell'Europa che va gestito insieme con responsabilità. Fermo restando che la linea è sempre la cooperazione, l'accoglienza e il dialogo per cercare di lavorare tutti insieme per dare a queste persone opportunità e anche al paese e all'Europa".
Il presidente della Camera ha quindi raggiunto il Comune di San Ferdinando dove ha incontrato i “sindaci che sono in trincea, sempre in prima linea e vanno aiutati in tutti i modi a gestire situazioni complesse e difficili”, per Fico “la politica nazionale e la politica regionale devono dare una mano e devono farsi carico, assieme ai sindaci, di un problema che va risolto e che, come tutti i problemi, può diventare anche grande opportunità”.
“Credo che quando le istituzioni lavorano insieme, si parlano e ragionano sui progetti da mettere in campo, è il modo giusto di lavorare. E' questo che abbiamo fatto nella riunione di oggi ed è un primo passo anche per incontrare tutti, avere informazioni e facilitare il dialogo. E’ un giorno di contrapposizioni - ha precisato Fico - ma del dialogo della cooperazione, della pace e del lavoro tra istituzioni. Rimboccarsi le maniche e lavorare: è questo che dobbiamo fare".
(ultimo aggiornamento 16:34)