Abitazione in affitto usata come casa d’appuntamento, assolto il locatario
Il Tribunale di Castrovillari, accogliendo le richieste formulate dall’avvocato Ettore Zagarese, ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” un 56enne muratore di Rossano, G.G., coinvolto in quello che egli stesso ha definito come un “calvario giudiziario”, iniziato dopo aver affittato un immobile ad una donna, da cui non avrebbe riscosso il canone pattuito ma, cosa ancor più grave, si sarebbe trovato addosso una accusa di favoreggiamento della prostituzione.
L’uomo, proprietario di alcuni appartamenti nel centro storico di Rossano, era stato contattato da un concittadino in cerca di un alloggio per una signora straniera, che avrebbe dovuto fare la badante.
La donna, di aspetto distinto, dopo aver visionato la casa si era messa d’accordo col 56enne per un affitto di 150 euro mensili, chiedendo la consegna immediata delle chiavi poiché aveva urgente bisogno di un alloggio. Ottenute le chiavi, però, era sparita non pagando alcuna mensilità.
L’uomo avrebbe saputo dopo che la donna aveva deciso di lasciare il lavoro di badante per intraprendere l’attività di meretrice, utilizzando per gli incontri con i clienti proprio l’appartamento preso in fitto.
La storia non finisce qui. Qualche tempo dopo, il malcapitato si è visto recapitare un atto giudiziario per un’indagine a suo carico con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, appunto per aver messo a disposizione una “casa di appuntamenti”.
Da qui in poi la vicenda giudiziaria, col il processo celebrato in abbreviato, al termine del quale il Pubblico Ministero ha concluso la sua requisitoria chiedendo la condanna dell’uomo ad anni 1 e mesi 6 di reclusione.
L’arringa dell’avvocato difensore Zagarese e le argomentazioni sostenute sono state poi condivise dal Tribunale di Castrovillari che ha emesso nei confronti dell’imputato una sentenza di assoluzione con formula ampia.