Salotti urbani, primo incontro dedicato alla realizzazione dei sogni
“In partenza dai sogni, con i piedi a terra e negli occhi il possibile” è stato il tema del primo appuntamento di Salotti Urbani, una serie di incontri promossa dal Centro Servizi al Volontariato dei Due Mari di Reggio.
Volontari e cittadini si sono cimentati in un esperimento di partecipazione comunitaria. È stato il Discorso di Pericle agli Ateniesi, interpretato dall’attore Gaetano Tramontana di Spazio Teatro, ad aprire il confronto. Un discorso antico ma più che mai attuale, che ha suonato come una chiamata a ripensare il proprio essere persone e cittadini, come un invito a dar forma a un sogno comune: “Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore”.
La stessa libertà e gli stessi valori che abbiamo ritrovato nei sogni dei volontari delle 6 associazioni partecipanti a questo primo salotto, sensibilmente guidate nel confronto dalla giornalista Anna Briante. Un confronto che è stato un po' come fare un viaggio nella loro idea di città, la stessa che, quotidianamente e attraverso gesti concreti, concorrono a costruire.
Così, le storie di impegno civile e di volontariato di Alberto Gioffrè di Accademia Kronos, Mirella Giuffrè di Agedo, Sara Giustra di Anffas, Luana Angelone e Dense Namia dell’Associazione New Deal, Rosa Scopelliti di Nuova Solidarietà e Domenico Galletta di Telefono Amico hanno svelato i sogni di una città, quegli stessi indispensabili perché possa essere accogliente e inclusiva.
Non sogni campati in aria, ma ben piantati a terra così da poter dar frutto. Come ha raccontato Lino Caserta, fondatore e responsabile dell’Associazione Calabrese di Epatologia, che insieme ad altri professionisti ha creduto nella possibilità di realizzare una medicina sociale, più vicina ai bisogni della gente e capace di ridurre la forbice delle disuguaglianze almeno in materia di diritto e accesso alla cura.
Sogni che non necessariamente debbano portare altrove o lontano, ma che possono al contrario aiutarci a recuperare il punto di partenza, la nostra identità culturale. Perché l’essere cosmopoliti, come ci ha ricordato Daniele Castrizio, docente dell’Università di Messina, non può vederci apolidi. Perché l’accoglienza, la valorizzazione e l’integrazione della diversità non può realizzarsi senza il contatto con la propria identità, con quelle radici che danno stabilità e forza.
Perché essere cittadini del mondo non vuol dire esclusivamente “importare” modelli altri di vita sociale, ma anche saper donare, con orgoglio, una parte della nostra storia. Dopo la pausa estiva di agosto i Salotti Urbani riprenderanno con nuovi appuntamenti intorno ad altri temi. “Quel posto chiamato presenza. L’arte di coltivare la consapevolezza di sé” sarà il tema previsto per settembre.