Piano di rientro in Calabria, Nenci: “nessun deficif sanitario, solo fondi ripartiti male"

Catanzaro Salute

E’ un metodo di riparto ormai ventennale, quello sui “fondi sanitari basato sul calcolo della popolazione pesata, che risulta del tutto incompatibile coi i reali bisogni di tanti pazienti, con il quale la Calabria prende cento milioni di euro in meno di quanto prenderebbe se il riparto fosse fatto con la stessa somma pro capite”.

A riflettere sulla grave situazione sanitaria in cui versa la Calabria è il medico catanzarese Giacinto Nanci che spiega come “a questi cento milioni che la Calabria prende in meno bisognerebbe aggiungere altri fondi in quanto la Calabria ha tra i suoi due milioni di abitanti almeno duecentomila malati cronici in più di altri due milioni di altri italiani”.

Per Nanci il vero problema non è tanto il Commissariamento quanto che “da venti anni i governi danno molti meno soldi dove in Calabria ci sono molti più malati. E come se questo non bastasse, all’ingiustizia del riparto sbagliato e al danno del mancato finanziamento dei malati cronici in più, si è aggiunta da parte dei governi la beffa del piano di rientro che ha significato ulteriori tagli ai già insufficienti finanziamenti per ripianare il presunto deficit. Deficit “presunto” perché non c’è stato nessun deficit ma il semplice fatto che i pochi soldi giunti in Calabria non potevano bastare a curare gli oltre duecentomila malati cronici in più che avevamo e che ancora abbiamo”.

“La Svimez – prosegue la riflessione di Nanci - oggi ha diffuso dei dati che indicano la Regione Calabria tra quelle del sud che è cresciuta più di tutte, ebbene senza il piano di rientro la crescita di tutta l’economia della Calabria sarebbe stata molto più robusta e paragonabile alle regioni del nord in quanto il piano di rientro ha imposto anche l’aumento di tutte le nostre tasse e delle nostre accise, proprio per “risanare il presunto deficit”, deprimendo ulteriormente l’intera nostra economia”.

La soluzione che propone il medico è “chiudere da subito con il piano di rientro che oltre ad essere ingiusto e dannoso è anche beffardo perché è causa esso stesso del degrado della salute dei calabresi, fare il riparto dei fondi sanitari alle regioni basato sulla numerosità delle malattie e non sul calcolo demografico, cioè dove ci sono più malati dare più soldi. E se qualcuno pensa – incalza la nota - che noi calabresi non siamo in grado di gestire una sanità decente perché incapaci, corrotti e mafiosi ebbene costui deve sapere che in Lombardia negli otto anni in cui noi siamo stati in piano di rientro ci sono stati almeno dieci scandali in sanità (anche di tipo mafioso) con tre assessori alla sanità arrestati e un presidente condannato in via definitiva e con un danno erariale almeno il doppio del presunto deficit calabrese”.

“La beffa è che la Lombardia è oggi una delle regioni “benchmark” (regione guida) mentre la Calabria con i molti malati che non può curare è in piano di rientro. Una speranza c’è. Lo scorso marzo per iniziativa dei parlamentari calabresi dei Cinque Stelle è stata depositata una legge sui piani di rientro che se fosse stata approvata avrebbe risolto tutti i problemi della sanità calabrese. Oggi i Cinque Stelle sono al governo, la ministra delle sanità è Cinque Stelle, la Calabria ha molti parlamentari Cinque Stelle. Se non ora quando chiudere definitivamente con il piano di rientro e finanziare adeguatamente le cure dei molti malati calabresi?” – termina Nanci.