Danni da cinghiali, le associazioni: “Provvedimenti quasi inesistenti e inefficaci”
Si è tenuto al Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria un incontro, per chiedere risposte concrete sui danni da fauna selvatica e in particolar modo dei cinghiali. È quanto fanno sapere Alberto Statti – Confagricoltura Calabria; Nicodemo Podella – Cia-Agricoltori Italiani Calabria; Luigi Iemma – Copagri Calabria.
Durante l’incontro Cia, Confagricoltura e Copagri ribadiscono “forte perplessità e contrarietà all’intenzione della Regione di costituire una Task-force che affronti la problematica sanitaria con la partecipazione solo del servizio veterinario, delle associazioni venatorie e dei carabinieri forestali con esclusione degli agricoltori che sono gli unici a cui i cinghiali arrecano danno. Per questa ragione, si chiede la costituzione di una Task-force regionale più ampia che affronti la problematica nel suo complesso ed abbia poteri di intervento immediato, in quanto le scorribande dei cinghiali sul territorio e i danni cagionati all’agricoltura sono oramai quotidiani”.
Erano presenti per Confagricoltura il Presidente regionale Alberto Statti, il Direttore regionale Angelo Politi ed il Presidente provinciale di Catanzaro Walter Placida; per la CIA Nicola Monteleone componente la Giunta regionale e Vicepresidente di Cia Calabria Sud; per Copagri il Presidente regionale Luigi Iemma. Hanno partecipato anche alcuni dirigenti del Comitato di Contenimento Cinghiali guidati dal Presidente Eugenio Fristachi. Per la Regione era presente Lorenzo Vitari, totalmente assenti i rappresentanti istituzionali della Regione.
Oltre ai danni, i rappresentanti di CIA, Confagricoltura e Copagri hanno espresso “molta preoccupazione per il settore zootecnico poiché diversi cinghiali abbattuti sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari, malattia che è facilmente trasmissibile agli altri animali ed anche all’uomo; essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione territoriale della malattia. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese”.