Le spese legali gliele pagava lo Stato, in 123 denunciati per aver abusato del gratuito patrocinio
Avrebbero approfittato del cosiddetto “gratuito patrocinio” per non sostenere a loro spese i costi dei legali in processi penali in cui erano imputati.
Parliamo di oltre un centinaio di persone che presentando delle autocertificazioni avrebbero attestato di non essere nelle condizioni economiche per sostenere le spese degli avvocati difensori e pertanto, così facendo, scaricandone il costo sulle casse dello Stato.
Il “gratuito patrocinio”, infatti, è una procedura che prevede - per coloro che, appunto, abbiano in corso un’azione legale e posseggano un reddito particolarmente basso - la possibilità di presentare una domanda, con allegata un serie di documentazione, con cui si fa richiesta di accedere al beneficio.
Le fiamme gialle di Locri, però, hanno voluto controllare proprio la veridicità dei dati e delle informazioni contenute nelle autocertificazioni di oltre 300 persone che ne hanno fatto richiesta, e così hanno effettuato un controllo incrociato sulle banche dati, in Enti esterni (come Inps, Centro per l‘impiego, Anagrafe comunale) e, dove necessario, verificando anche scritture contabili e risultanze bancarie.
Controlli che hanno permesso di riscontrare numerose irregolarità: su circa 337 autocertificazioni esaminate, infatti, ben 123 sono risultate non veritiere poiché mancavano le indicazioni dell’effettivo numero di componenti del nucleo familiare e di parte dei redditi percepiti; inoltre, erano fornite informazioni false sulla situazione anagrafica, così da abbattere il reddito familiare complessivo o innalzare il limite reddituale stabilito dalla legge.
In pratica, tutti i soggetti coinvolti, che pertanto sono stati denunciati, per non sborsare soldi propri per difendersi nelle cause penali avrebbero nascosto con degli artifizi e dei raggiri la loro reale condizione economica e familiare, che diversamente gli avrebbe impedito di avvalersi della tutela legale a spese dello Stato.
Se i finanzieri non avessero scoperto l’inattendibilità dei dati da loro certificati, le casse pubbliche si sarebbe dovute quindi far carico della parcella del loro difensore, e così distraendo fondi pubblici che sarebbero dovuti essere destinati invece a soddisfare i bisogni reali di fasce più povere e deboli della popolazione.
“Assicurare il corretto funzionamento dell’istituto del gratuito patrocinio – spiegano le stesse fiamme gialle locresi - risulta quindi indispensabile per garantire un fondamentale diritto costituzionale a chi effettivamente non possiede i mezzi per sostenere le spese di giustizia”.
Infatti, ribadiscono ancora i militari, “sono in costante crescita le persone che, a causa dell’attuale crisi economica, non sono in grado di affrontare onerose spese legali e, pertanto, l’azione di servizio in questo delicato comparto è volta a garantire che le somme concesse dallo Stato per motivi assistenziali, non vengano distratte con artifizi e raggiri in favore di persone benestanti”.