Clan “Dei Giardini”: sigilli a beni per oltre un milione, colpo al patrimonio del fratello del “Boss”

Reggio Calabria Cronaca

Un patrimonio stimato in oltre 1,2 milioni di euro, riconducibile a Rocco Demasi, 64enne ritenuto “intraneo” alla “ndrina Dei Giardini di Gioiosa Jonica, a suo volta riconducile alla cosca degli "Ursino-Macrì".

A tanto ammonta il valore dei beni che stamani sono stati sequestrati dallo Sco e ordine della Dda reggina, diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri.

Al provvedimento si è giunti in base alle investigazioni eseguite nell’ambito dell’operazioneTypographic”, condotta dalle fiamme gialle di Locri e conclusasi nel marzo del 2016 con oltre una ventina di arresti e sequestri su 13 imprese, unità immobiliari, terreni, auto e conti correnti bancari (LEGGI).

In quel contesto, De Masi fu raggiunto da un fermo con l’accusa, tra l’altro, di associazione a delinquere di stampo mafioso.

IL CONTRIBUTO DEI COLLABORATORI DI GIUSTIZIA

Le indagini hanno puntato a verificare le dichiarazioni di collaboratori di giustizia che lo indicavano come un appartenente alla “ndrangheta” definendo l’importanza della sua famiglia nel contesto criminale gioiese e anche la figura del fratello Giorgio, considerato il capo locale dei Giardini ed appartenente alla cosiddetta “società maggiore” (LEGGI).

Sulla base delle investigazioni dello Sco, il Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata di Roma, denominate “Doppio Binario”, la Dda ha dato incarico ai finanzieri locresi di indagare sul patrimonio di Demasi e della sua famiglia.

In quest'ambito si sarebbero ricostruiti la vita dell’uomo così come le sue presunte condotte delittuose ma anche le frequentazioni, i legami di parentela, i precedenti giudiziari e tutti quegli elementi ritenuti fondamentali per formulare a suo carico, sulla base della normativa antimafia, un giudizio di “pericolosità sociale, confermata poi dalla Sezione Misure di Prevenzione del tribunale.

Le investigazioni patrimoniali hanno dunque ricostruito e analizzato delle transazioni economiche e finanziarie operate negli ultimi 20 anni da Demani e dalla sua famiglia, individuando dei patrimoni dei quali gli stessi risultavano disporre sia direttamente che indirettamente, ma di un valore considerato “decisamente sproporzionato” rispetto alla capacità di reddito ufficiale e scoprendo le presunte fonti illecite dalle quali lo stesso avrebbe ottenuto le risorse per acquisirli.

In base a questi risultati, su richiesta del Procuratore Aggiunto Gaetano Paci e del sostituto Simona Ferraiuolo, della Direzione Distrettuale Antimafia, il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto oggi il sequestro di prevenzione di beni per un valore stimato esattamente in 1.224.615 euro e composto dal patrimonio aziendale della ditta “Fuda Anna Maria” di Gioiosa Jonica e che si occupa di commercio al dettaglio di ferramenta; di dodici fabbricati e sette terreni sempre a Gioiosa; di quattro autoveicoli e due motocicli e di tre polizze assicurative.