Convegno in Cittadella su mediazione penale e giustizia riparativa

Catanzaro Attualità

La mediazione penale è, da oltre un decennio, la più diffusa pratica di “giustizia riparativa” in Italia, un modello di intervento sui conflitti, originati da un reato o che si sono espressi attraverso un reato, caratterizzato dal ricorso a spazi, tempi e strumenti che consentono alle parti coinvolte nel reato di incontrarsi per gestire insieme, responsabilmente, gli effetti generati dal reato.

Se n’è discusso in maniera approfondita nel corso della giornata di studi dedicata alla “Giustizia riparativa e mediazione penale, 18 anni di collaborazione, un’esperienza consolidata”, nella Sala oro della Cittadella regionale a Catanzaro, alla presenza di autorevoli esponenti istituzionali, professionisti ed esperti del settore nel quadro della giustizia riparativa e della mediazione penale. Ed è la storia di Antonio che racconta il desiderio di essere perdonato e di come nel corso che rientra nelle procedure della giustizia riparativa incontrato all’Istituto penitenziario di Siano gli ha cambiato la vita e aperto il cuore “alla riparazione” e oggi da ex detenuto può guardare al mondo con altri occhi a raccontare l’importanza di questo nuovo approccio.

I lavori sono stati aperti da Isabella Mastropasqua, Direttore del Centro per la Giustizia Minorile per la Calabria Dirigente Ufficio II del Capo Dipartimento che si è soffermata sulla prevenzione della devianza, rapporti con gli Enti Locali per l’attività trattamentale, promozione della giustizia ripartiva e della mediazione. L’avvio della prima sessione di lavori sul tema “Le nuove sfide un protocollo rinnovato”, è stata affidata all’Assessore regionale al Welfare e Politiche sociali della Regione, Angela Robbe.

“L’opportunità riparativa anche in Calabria ha offerto un nuovo sguardo alla Giustizia, promuovendo la consapevolezza che la responsabilità è sì ‘verso qualcuno’ – la vittima – ma insieme è anche responsabilità ‘verso qualcosa’, cioè verso la comunità tutta che può essere destinataria di politiche di riparazione – ha esordito l’Assessore Robbe -. L’esperienza pilota realizzata sul territorio calabrese d’intesa con i Servizi della Giustizia minorile, dal 2002 ad oggi, ha consentito a minori e giovani autori di reato e vittime, persone e parti offese, di usufruire del servizio di mediazione penale finalizzato alla gestione dei conflitti generati dal reato e alla riparazione globale dell’offesa. In tale percorso i confliggenti sono accompagnati da professionisti altamente qualificati, i mediatori penali, esperti nella gestione e risoluzione dei conflitti, facilitatori della comunicazione, operatori di pace nella relazioni.

Il recepimento della Direttiva europea 29/2012 in materia di diritti e di sostegno alle vittime del reato, ha aperto anche la Calabria scenari operativi e prospettive per lo sviluppo di tale vision riparativa capace di generare valore nel cambiamento e promuovere giustizia e sicurezza sociale, come testimonia la significativa esperienza realizzata fino ad oggi in Calabria. Di questa vision riparativa – ha detto ancora l’Assessore Robbe – e dello stato dell’arte della mediazione penale in Calabria, oltre che dei risultati raggiunti nell’esperienza calabrese dal 2002 ad oggi, delle possibili evoluzioni del percorso della Giustizia riparativa e dei soggetti che entrano a far parte del percorso costituendo gradualmente una comunità di pratica allargata che consente proprio per il coinvolgimento viepù ampio di soggetti la possibilità di rendere questo percorso sociale di comunità e consente di rendere la Giustizia riparativa uno strumento privilegiato per esaltarne le finalità educative e di responsabilizzazione per affrontare la conflittualità sociale negli spazi relazionali che è il vero problema a cui dobbiamo dare nuove risposte”.

La prima sessione dei lavori dedicata al tema de “La giustizia ripartiva: scenario attuale e prospettive nella esperienza italiana” ha registrato gli interventi di Vincenzo Starita, Direttore Generale del personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile del Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità. Mentre a dibattere di “Storia di un percorso in Calabria”, Beniamino Calabrese – Avvocato Generale Procura Repubblica di Catanzaro; Anna Maria Ciaccio Funzionario Regione Calabria; Alessandra Mercantini – Pedagogista Mediatore penale, familiare e scolastico.

“Prima il carcere era un muro divisorio – ha esordito Vincenzo Starita -. L’intuizione della giustizia riparativa non poteva non nascere nel minorile, dove per definizione c’è il giudice dell’ascolto. Oggi c’è la possibilità di attivare una nuova sfida e potenti di significati. La comunità non è soltanto il posto dove tutti viviamo: la comunità contiene l’impegno”. L’impegno a recuperare, lascia intendere Starita quello che succede nella comunità dove il reato si manifesta, “il reato come frattura di un rapporto. La giustizia riparativa può essere uno strumento perché si realizzi una rivoluzione culturale, di prevenzione della devianza”.

Si parla della definizione delle linee guida nella legislazione del settore e ancora di più dell’importanza della formazione dei mediatori, di quanto l’improvvisazione può essere dannosa, mentre nella seconda tavola rotonda dedicata al tema “Dal passato al futuro: il ruolo della Autorità Giudiziaria Minorile”, torna a più riprese la considerazione che quello della giustizia riparativa è ‘problema culturale’ rispetto al quale si trovano ancora delle resistenze. Un concetto quello introdotto da Alessandra Ruberto, Procuratore Capo Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, ribadito da Teresa Chiodo Presidente Tribunale per i Minorenni di Catanzaro, così come nella sintesi dei lavori, Sinibaldo Esposito, vicepresidente Terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative- Regione Calabria, ha ripreso la necessità di dare voce alla vittima dando un senso al percorso, fulcro della giustizia riparativa.

La seconda sessione dei lavori è stata aperta alle ore 12, concentrando la riflessione su “Le vie della giustizia riparativa, esperienze e prospettive per un approccio nella comunità”; ha introdotto e moderato Arturo Bova, Presidente commissione speciale contro la ‘ndrangheta Regione Calabria. A colpire in particolare l’intervento dedicato alla Giustizia riparativa di prossimità: L’esperienza di Torino, affidato a Valter Bouquiè, Comandante polizia di prossimità Torino, mentre raccontando “L'esperienza di Studio IRIS”, Francesca Genzano Responsabile Studio IRIS Potenza ha voluto rimarcare come la “Calabria in materia è lungimirante e sensibile, dal punto di vista dei servizi della giustizia: questo significa avere il coraggio di investire sulle comunità e farle crescere”.

Valer Bouquiè, comandante della polizia di prossimità Torino racconta l’esperienza che ha portato il Comune, nel 2003, di creare un nucleo di polizia locale che si occupi essenzialmente delle forme del disagio “vale a dire minori, donne, anziani, anche i conflitti di condominio, questo vuol dire politica di sicurezza quindi rientrare nel tessuto della società. Il nucleo di prossimità interviene attività didattiche, ecco l’importanza della presenza dell’istituzione scolastica, così come la necessità di risalire alle radici del conflitto per fare in modo che il fatto non venga ad essere ripetuto”. L’esperienza racconta infatti zero recidive.

La sessione pomeridiana dei lavori è stata aperta dal video messaggio di Elena Buccoliero, direttore della Fondazione vittime reati dell’Emilia Romagna che ha raccontato l’esperienza dei progetti di aiuto mirati “non solo un aiuto economico ma rendere tangibile e presente l’abbraccio della comunità”. A portare il proprio saluto prima dell’avvio della terza sessione anche l’assessore regionale alla Cultura e alla Pubblica istruzione Maria Francesca Corigliano che ha riconosciuto il ruolo importante della scuola come agenzia educativa nel sostegno alla prevenzione.

Il tema trattato “La giustizia riparativa - carcere e dintorni”, introduce e modera: Emilio Molinari, Direttore dell’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Catanzaro. Sono intervenuti Massimo Parisi, Provveditore DAP Calabria. Laura Antonini, magistrato di sorveglianza intervento del presidente del tribunale di sorveglianza di Catanzaro, Mentre per le riflessioni sulla pena: Le sperimentazioni in carcere, Angela Paravati, Direttore Casa Circondariale di Siano – Catanzaro. Per scenari ed opportunita’: “Il Mandela’s office” Agostino Siviglia, Garante per i diritti dei detenuti Reggio Calabria.