Nomine Asp. Deflagra la guerra della Sanità, Dieni: “strappo istituzionale, Oliverio si dimetta”

Calabria Salute
Mario Oliverio e Giulia Grillo

La nomina avvenuta ieri dei nuovi commissari delle Aziende sanitarie e ospedaliere delle province calabresi (LEGGI), come era prevedibile, ha innescato una vera e propria “guerra” tra la Regione e le forze di governo nazionale.

D’altronde era stato lo stesso ministro della Sanità, Giulia Grillo, ad evidenziare come la decisione di procedere alla scelta dei Dg da parte del governatore Mario Oliverio sarebbe stata interpretata come un vero atto di belligeranza (LEGGI).

Sull’argomento interviene ora anche la deputata del Movimento 5 Stelle Federica Dieni che non usa mezzi termini rincarando la dose di polemiche e sostenendo come lo stesso Oliverio, con le decisioni assunte, abbia a suo dire “dimostrato di non possedere alcun senso delle istituzioni e di considerare la Calabria come un regno ereditario, di cui si sente il sovrano assoluto”.

“Adesso il re è nudo” sbotta la Dieni invitando il governatore “a dimettersi per evitare altri danni”. Per la deputata infatti con la scelta di procedere “senza alcun confronto alla nomina dei nuovi commissari” il presidente della Regione “ha deliberatamente provocato uno strappo istituzionale che compromette da subito i rapporti con i commissari incaricati dal governo”.

Quello di Oliverio viene così definito dalla pentastellata addirittura comeun atto di protervia che suona come una vera e propria sfida nei confronti del ministro Giulia Grillo, che pure aveva teso la mano al presidente della Regione nel tentativo di avviare una nuova stagione di collaborazione in materia sanitaria”.

“Oliverio, invece, non pago dei disastri di cui è stato uno dei principali responsabili in questi anni, ha voluto provocare una crisi istituzionale di cui la Calabria non ha certo bisogno. Quel che è certo - conclude Dieni - è che il governo del cambiamento farà tutto il possibile per limitare i danni derivanti dagli editti del presidente calabrese, il quale, se davvero ha a cuore la regione, dovrebbe seriamente valutare l'ipotesi di rassegnare le dimissioni anzitempo”.