Troppo economiche per essere vero: e le auto rubate e “clonate” scorrazzavano nel crotonese

Crotone Cronaca

Auto di grossa cilindrata, di prestigio o comunque di un certo valore (Range Rover, Mercedes, Mini Cooper, Fiat 500, ed altre ancora), alcune del costo ufficiale di oltre 60 o 70 mila euro ma acquistate anche a soli 25 mila di euro.

Troppo strano, troppo economiche per non destare qualche dubbio anche negli stessi acquirenti, sebbene ignari del “trucchetto” che si celava dietro.

In pratica un sistema che non è affatto nuovo, sebbene nuova una certa dinamica con cui si era messo su un bel giro di auto rubate e rivendute non prima di essere, per così dire, ripulite.

L’elemento di novità sta nella vera e propria clonazione” dei mezzi trafugati. Spesso il riciclaggio di quest’ultimi avviene infatti acquistando all’estero auto vistosamente incidentate al solo scopo di riutilizzarne i documenti ufficiali.

Questa volta, invece, il meccanismo messo in atto era quello di copiare modelli di auto, documenti e numeri di serie ed “appiccicarli” a mezzi trafugati (per lo più in Campania) e del tutto simili. Unica differenza, a volte, il solo colore dell’auto.

Così non era impossibile vedere circolare in Spagna (da lì provenivano infatti i numeri di telaio ed anche questa nazione un elemento “strano” per gli inquirenti) auto del tutto uguali e con lo stesso telaio di altrettante che scorrazzavano tra il crotonese e il torinese e immatricolare “regolarmente” in Italia.

IL CARABINIERE SOLERTE E L’AUTO SOSPETTA

Un giro, dunque, che avrebbe consentito dei guadagni per decina di migliaia di euro ma che è inciampato” nella solerzia di un carabiniere che ad un posto di controllo stradale, fermata una vettura, si era insospettito per alcuni segni evidenti di effrazione presenti sulla carrozzeria e per delle “anomalie” sul numero di serie.

Gli investigatori dell’Arma, in particolare di Cirò Marina, c’hanno voluto vedere chiaro sequestrando il mezzo ed avviando delle indagini che oggi hanno portato all’operazione non a caso definita “Clone”, arrestando sei persone ed indagandone un’altra dozzina (LEGGI).

Tra questi i presunti artifici dell’organizzazione ma anche un dipendente della Motorizzazione crotonese che - o per connivenza o per superficialità - avrebbe consentito le immatricolazioni illegali.

In carcere sono così finite quattro persone di Cirò Marina: Antonio Anania (46 anni), Mario Filippelli (43), Salvatore Papaianni (44), Francesco Maietta (39) e due crotonesi: Franco Donato Farace (64) e Lino Farace (44), che vivono a Torino.

Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione a delinquere, ricettazione, riciclaggio, falso in atto pubblico, impiego di beni da provenienza illecita.

L’AGENZIA PREPARAVA LE PRATICHE A CIRÒ MARINA

La tesi degli inquirenti è che Fillippelli, Papaianni ed Anania fossero i capi dell’organizzazione. Il primo avrebbe difatti commercializzato le vetture per il tramite di un’azienda edile. Gli altri due sono invece attualmente in carcere perché coinvolti nell’ambito dell’operazione Stige (LEGGI).

Le procedure per avviare le immatricolazioni in Italia con i documenti spagnoli sarebbero partire da un’agenzia di disbrigo pratiche auto di Cirò Marina, di proprietà di Maietta. A venderle ci avrebbero poi pensato Filippelli e i due Farace tramite le rispettive “concessionarie” a Cirò e Torino.

L’ordinanza cautelare è stata emessa dal gip Romina Rizzo, su richiesta della Procura di Crotone. L’indagine, condotta dai carabinieri del Norm di Cirò Marina, al comando del Luogotenente Antonio Rocca, è stata coordinata dal sostituto procuratore Alfredo Manca.