Cannabis light in vendita liberamente: solo un chilo su 11 a norma, arrestato il negoziante

Catanzaro Cronaca

Teresa, Martina, Dinamed, Caterina, Mariangela, Triborllasi, Augusta, Luciana, Brigitte e decine di altri nomi stravaganti. Ma solo la prima, Teresa, è risultata avere una percentuale di principio attivo entro i limiti di legge.

Questi i nomi di alcuni prodotti della cosiddetta cannabis light, liberamente in commercio, e che nei giorni scorsi sono finiti sotto la lente dei carabinieri di Lamezia Terme che hanno eseguito alcuni controlli propria sulla vendita e sul suo reale principio attivo.

All’attenzione dei militari è così finito un 31enne del posto, M.P.A., titolare di un punto vendita a Gioia Tauro, come i tanti - d’altronde - spuntati come funghi in tutta il paese e che commercializzano derivati della canapa e della cannabis light, ossia quella i cui livelli di THC non superino lo 0,6%, così come previsto dall’attuale normativa nel settore (la legge 242/2016).

Ma le verifiche non si sono limitate solo all’esercizio commerciale, con tanto di insegna e pubblicizzato sul web. I carabinieri, infatti sono voluti andare più a fondo ed è proprio durante una perquisizione nell’abitazione del 31enne che si sono trovati di fronte ad una vera e propria “succursale” della vendita di stupefacente.

In un garage monitorato da un sistema di videosorveglianza sono stati ritrovati sacchi e barattoli in vetro, di varie dimensioni, che contenevano infiorescenze di canapa (per un peso complessivo di circa 11 chilogrammi), suddivise per tipologia e denominazione. Oltre allo stupefacente, inoltre, è stato rinvenuto del materiale per il suo confezionamento e consumo.

Caotiche sono apparse le giustificazioni dell’uomo sulla presenza di quel materiale nella sua abitazione, soprattutto dopo che gli investigatori hanno ritrovato ben 52 mila euro in contanti.

Le operazioni di perquisizione sono proseguite e si sono concentrate poi sul veicolo del giovane dove, a questo punto non con estremo stupore, sono stati scoperti 25 campioni di inflorescenze che avrebbero dovuto avere una percentuale di principio attivo sotto i limiti di legge consentiti.

Le ultime fasi del controllo, quindi, si sono spostate a Gioia Tauro, nell’attività commerciale del lametino, come già detto attiva nella vendita di derivati della canapa industriale.

Qui sono state sequestrate 322 bustine di cannabis light, per un peso totale di circa 800 grammi e che saranno sottoposte agli opportuni accertamenti.

Anche tutta la sostanza ritrovata prima dai militari, infatti, oltre ad essere custodita con modalità non documentate e non consentite, è stata campionata per essere analizzata in laboratorio e i risultati sono stati inequivocabili.

Solo due dei campioni sono risultati difatti nella soglia limite di principio attivo fissata per legge mentre tutti gli altri si sono attestati su percentuali ben più alte, oscillanti fra il 3,8% ed il 20,3%. In pratica, meno di un chilogrammo degli undici sequestrati era effettivamente a norma di legge.

Altri accertamenti eseguiti dai militari, inoltre, hanno permesso di appurare come tra il 2016 e il 2017 il 31enne non avesse dichiarato alcun reddito sebbene la ditta fosse attiva dall’aprile 2016.

Nei suoi confronti è stata quindi emessa dal Tribunale di Lamezia Terme un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, ordinanza eseguita nella mattinata di oggi dai Carabinieri della città della Piana.