Con la ’mbasciata chiedevano la mazzetta per il clan: arrestati due presunti estorsori
Trae il nome dal termine tipicamente calabrese di ’Mbasciata, ovvero una richiesta avanzata per conto di altri soggetti e più “potenti”, l’operazione che ha fatto scattare stamani l’arresto nei confronti di due soggetti del vibonese ritenuti responsabili di tentata estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso. (LEGGI)
A finire in manette all’alba di oggi, per mano dei Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva dai colleghi delle Stazioni di Soriano Calabro e Arena, sono stati Emilio Pisano, 50enne originario di Gerocarne, della Fraziona Ariola, e Vincenzo Puntoriero, 65enne di Rosarno ma domiciliato nel capoluogo.
L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip di Catanzaro su richiesta della DDA diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri.
LA DENUNCIA DEGLI IMPRENDITORI
Le indagini hanno avuto inizio nel mese di febbraio 2018 quando due imprenditori edili, originari di Arena, hanno denunciato un tentativo di estorsione posto in essere in più occasioni tra Vibo Valentia e Arena.
Nella circostanza, gli stessi imprenditori, di loro fratelli, hanno raccontato che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo di provincia, ottenuto mediante l’affidamento diretto, sono stati avvicinati dagli arrestati in almeno tre circostanze.
IL MODUS OPERANDI
I due soggetti, di fatto, e con modalità tipiche dell’ambiente mafioso, avrebbero “approcciato” in più occasioni gli imprenditori per ottenere il pagamento di duemila euro, pari a circa il 5% dell’importo complessivo dell’appalto.
Le minacce, di fatto, sarebbero state “rapportate” sia in maniera implicita che in maniera esplicita, così da poter continuare ad eseguire l’appalto ottenuto senza “fastidi”, trattandosi di “forestieri” e che, proprio per aver sconfinato dal proprio comune, avrebbero dovuto “sborsare” una percentuale sul valore del lavoro alla cosca egemone sul territorio.
Proprio degli espliciti riferimenti agli “amici di Vibo” hanno portato agli inquirenti a collegare i vari episodi estorsivi, dopo aver prima identificato i presunti autori materiali.
Il nome dell’operazione trae dunque origine proprio dal fatto che gli arrestati, agli occhi dei denuncianti, sarebbero apparsi “solo” come mediatori, cioè, utilizzando il tipico termine in dialetto calabrese, portatori appunto di una cosiddetta ‘mbasciata.
Gli arrestati sono stati ristretti presso la casa circondariale di Vibo Valentia a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.