Operazione ’Mbasciata”. Estorsione ad imprenditori, scatta un altro arresto

Vibo Valentia Cronaca

Sono stati avvicinati più volte per pagare il pizzo. Vittime due imprenditori che stavano eseguendo i lavori di ripristino delle condutture fognarie a Vibo Valentia.

Così – nel febbraio scorso e nell’ambito dell’operazione ’Mbasciata (QUI) - in due erano finiti in manette, con l’accusa di tentata estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso,

Nell’ambito della stessa indagine I Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Serra San Bruno, supportati nella fase esecutiva dai militari del Nucleo Investigativo di Vibo valentia e della Sezione Radiomobile della Compagnia del capoluogo, hanno eseguito ieri un altro provvedimento cautelare, portando in carcere un 62enne originario del capoluogo, Domenico Franzone.

Le indagini erano già partite nel mese di febbraio 2018 quando due imprenditori edili, originari di Arena, avevano denunciato un tentativo di estorsione avvenuto in più occasioni tra Vibo e Arena. I due, che sono fratelli, avevano infatti raccontato di essere stati avvicinati almeno in tre circostanze diverse da due persone mentre stavano eseguendo i lavori di ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo di provincia.

Allora finirono così in manette Emilio Pisano, 50enne originario di Gerocarne, frazione di Ariola; e Vincenzo Puntoriero, 65enne originario di Rosarno, ma domiciliato a Vibo.

Secondo gli inquirenti, entrambi, con modalità tipiche dell’ambiente mafioso, avrebbero avvicinato diverse volte i due fratelli per farsi consegnare 2000 euro, pari a circa il 5% dell’importo complessivo dell’appalto.

Inoltre avrebbero minacciato gli imprenditori tanto in maniera esplicita, quanto implicita. Il tutto per poter continuare ad eseguire l’appalto senza “fastidi”. I fratelli, per aver sconfinato dal loro Comune, avrebbero dovuto elargire una percentuale sul valore del lavoro alla cosca egemone di Vibo Valentia.

Si ritiene che in un’altra circostanza uno dei titolari della ditta, sarebbe stato avvicinato, in una piazza del centro cittadino, tra gli altri, anche da Franzone.

Inizialmente, non era stata emessa nessuna misura nei confronti di quest’ultimo ma, in seguito all’appello proposto dal Pubblico Ministero della Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, la Seconda Sezione Penale del Tribunale ha disposto l’applicazione del provvedimento a suo carico.

Il 62enne ha presentato ricorso presso la Corte di Cassazione che, però, si è pronunciata sull’inammissibilità. I militari hanno quindi eseguito la misura e l’uomo è finito in carcere.