Di nuovo a fuoco la baraccopoli di San Ferdinando, ancora un morto divorato dalle fiamme
Nemmeno due mesi fa aveva mietuto già una vittima, un giovanissimo migrante del Gambia, Jaiteh Suruwa. Il fuoco quel 2 di dicembre divampò nella tendopoli non lasciando scampo al giovane straniero, appena 18enne (LEGGI).
Una tragedia che si è ripetuta quando nel cuore della notte appena trascorsa un incendio è divampato, nuovamente, nella baraccopoli della cittadina reggina. A cadere vittima delle fiamme un altro extracomunitario, un 29enne senegalese, conosciuto nel campo con il nome italiano con cui si faceva chiamare, ovvero Aldo Diallo, e i cui documenti d'identità sono andati persi nel rogo.
Da quanto appreso l’incendio potrebbe essersi sviluppato da uno dei tanti fuochi improvvisati dagli ospiti ed accesi per scaldarsi durante le fredde ore della notte.
Forse una scintilla avrebbe innescato le fiamme che hanno coinvolto velocemente almeno una quindicina di baracche, realizzate con materiali di fortuna, tra cui il legno e la plastica, dunque facilmente infiammabili.
Ancora una volta, si è sfiorata una tragedia ancor più grande se si tiene conto che nella baraccopoli di San Ferdinando vivono centinaia di migranti che lavorano nei campi della zona nella raccolta degli agrumi.
Ulteriori conseguenze scongiurate anche grazie all’intervento immediato dei Vigili del Fuoco, il cui presidio è all’esterno del campo, e ovviamente delle Forze dell’ordine.
CHI ERA LA VITTIMA: DIVERSI I PRECEDENTI PER DROGA E SPACCIO
Si chiamava esattamente Ba Moussa, di 29 anni, la giovane vittima dell’incendio. Il ragazzo, nel 2015, aveva ottenuto la concessione della protezione umanitaria dalla commissione territoriale di Trapani ed è stato titolare del permesso di soggiorno, sempre per motivi umanitari, scaduto nel marzo dell’anno scorso e non rinnovato per mancata presentazione della documentazione.
Il 29enne era stato arrestato - in forma differita - dal Commissariato di Gioia Tauro, a fine del 2018, e su delega della Squadra Mobile della Questura di Pisa, per reati in materia di stupefacenti, esattamente per detenzione ai fini di spaccio di hashish.
Era stato poi scarcerato il 16 gennaio scorso, dopo la convalida dell’arresto, dal GIP presso di Palmi. Il Giudice per le indagini preliminari di Pisa che aveva poi stabilito per lui, in sostituzione al regime carcerario, poi, il divieto di dimora nella provincia toscana nel contesto di un procedimento penale - in concorso con altri - non ancora definito.
Moussa, inoltre, era gravato da pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio, false dichiarazioni sull’identità personale, interruzione di Pubblico Servizio, inottemperanza al foglio di via obbligatorio.
L’incendio che lo ha ucciso ha interessato la parte vecchia della tendopoli. Sono in corso le indagini della Polizia di Stato, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, finalizzate a ricostruire la dinamica dei fatti.
SUPERARE L’EMERGENZA. IN PREFETTURA SI PUNTA SULL’INCLUSIONE
Intanto, stamani alle 6, sempre a San Ferdinando, è stata fissata urgentemente una riunione di coordinamento delle forze di polizia.
Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto della situazione. Intanto i quindici migranti rimasti senza un tetto sono stati immediatamente ricoverati nella nuova tendopoli gestita dal Comune, e sono state disposte le necessarie attività per la sistemazione alloggiativa dei migranti.
Il Prefetto Michele di Bari ha richiamato l’importanza di attuare delle politiche attive di integrazione ed inclusione nel tessuto socio-economico della Piana di Gioia Tauro attraverso delle forme di accoglienza diffusa, così come già discusso in precedenti riunioni che si sono tenute nell’Ufficio di Governo.
In quelle occasioni, anche la Regione aveva infatti manifestato la disponibilità a contribuire alla soluzione del problema con degli strumenti che incentivino le locazioni, come la creazione di un apposito Fondo di garanzia per i proprietari che concedono un immobile in affitto, e l’investimento di risorse finanziarie per l’eventuale ristrutturazione di beni confiscati o del patrimonio pubblico.
Nel frattempo è stato approntato un piano per trasferire, nel breve periodo e dopo le necessarie verifiche di legge, i migranti.
Alla riunione in Prefettura hanno preso parte il Questore Raffaele Grassi, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, Flavio Urbani, il vice comandante dei Carabinieri, Stefano Romano, il Sindaco di San Ferdinando, Andrea Tripodi e il Rappresentante di Vigili del Fuoco, Carmelo Triolo.
(aggiornata alle 11:25)