Migrante morto a San Ferdinando. Procura: perito accerterà le cause del rogo
Spetterà ad un perito nominato dalla Procura di Palmi indagare per accertate le cause che hanno scatenato l’incendio che nella notte all’alba di venerdì scorso ha causato la morte di Sylla Nouma, 32enne migrante senegalese (LEGGI), quarta vittima in appena un anno dei roghi divampati a San Ferdinando, i primi tre nella vecchia baraccopoli, sgomberata solo pochi giorni fa (LEGGI), e quest’ultimo caso avvenuto invece nella tendopoli allestita dallo Stato e attualmente gestita dalla Caritas.
A confermare che l’incarico sarà affidato ad un tecnico è stato il procuratore Ottavio Sferlazza che all’Ansa ha spiegato come al momento gli inquirenti non dispongano di elementi utili “che consentano di privilegiare, in merito alle cause dell'incendio, un'ipotesi piuttosto che un'altra”.
Il magistrato ha sottolineato inoltre che la perizia “è soltanto l'espressione del potere-dovere da parte nostra di accertare i fatti ed eventuali responsabilità, a qualsiasi titolo” ribadendo la sua volontà di “sgomberare il campo da qualsiasi dubbio, nei limiti del possibile”.
Intanto la stessa Procura palmese ha disposto l’esame autoptico sul corpo del migrante che, come si ricorderà, è morto divorato dalla fiamme nella tenda in cui dormiva.
L’incendio, da quanto appurato dai primi rilievi, si sarebbe sprigionato da un angolo della tenda in cui dormiva, da sola, la vittima (una sei posti) e dove erano posizionati dei cavi elettrici.
Come accennavamo quella di Nouma è la quarta morte per incendio avvenuta tra la vecchia baraccopoli e, in questo caso, la nuova tendopoli di San Ferdinando.
La prima vittima si registrò nel gennaio dell’anno scorso: allora perse la vita una giovane nigeriana di 26 anni, Becky Moses (LEGGI). Appena trenta giorni dopo, a causa di un falò, a morire invece era stato un 29enne senegalese, Ba Moussa (LEGGI);