Ancora incendi nella tendopoli, un altro migrante muore a San Ferdinando
Si conta un’altra vittima tra i migranti che vivono a San Ferdinando, nel reggino. Ancora una volta teatro della tragedia la tendopoli in cui risiedono gli stranieri ma, stavolta, non la vecchia e fatiscente baraccopoli da poco sgomberata (LEGGI) quanto invece la nuova struttura allestita nella cittadina e gestita dapprima dal Comune e attualmente dalla Caritas.
Ancora una volta, come dicevamo, un rogo è costato la vita ad un migrante di cui non sono state ancora rese note le generalità e deceduto nella notte scorsa a causa, appunto, delle fiamme.
La vittima è Sylla Noumo, 32enne senegalese. L'incendio, secondo una prima ricostruzione, si è sviluppato in un angolo della tenda da sei posti, dove erano posizionati alcuni cavi elettrici. Sul posto sono subito intervenuti i vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. Nell'incendio è andata distrutta solo una tenda.
Da quanto appreso dai primi rilievi effettuati - sul posto sta operando infatti la polizia scientifica - lo straniero era da solo nella tenda quando è divampato il fuoco che non gli ha lasciato scampo.
È questa la quarta vittima tra gli extracomunitari a causa di incendi. In poco più di un anno sono già decedute infatti altre tre persone a causa dei fuochi accesi per scaldarsi dal freddo, soprattutto nella vecchia e fatiscente struttura.
Il primo caso risale a gennaio del 2018 quando a perdere la vita fu Becky Moses, giovane nigeriana di 26 anni (LEGGI). Nemmeno un mese dopo, nel febbraio successivo sempre un falò fece divampare il fuoco in cui perse la vita un 29enne senegalese, Ba Moussa (LEGGI). Infine, la terza vittima a dicembre scorso, quando a morire tra le fiamme fu il gambiano Jaiteh Suruwa, appena 18enne (LEGGI).
Sull'accaduto sta indagando il commissariato di Gioia Tauro diretto dal primo dirigente Diego Trotta mentre il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, ha convocato a San Ferdinando una riunione tecnica di coordinamento con le forze dell'ordine.
Alla riunione ha partecipato anche il procuratore capo di Palmi, Ottavio Sferlazza. "Sono qui - ha detto - per rendermi conto di persona di quanto è accaduto. Non escludiamo alcuna ipotesi. Ci sarà una perizia tecnica e visioneremo anche le telecamere della videosorveglianza per acquisire elementi utili".
(ultimo aggiornamento 14:17)