Migrante carbonizzato nella tendopoli, disposta l’autopsia: morto per trovare gli amici
Sul corpo di Jaith Suruwa sarà effettata l’autopsia. A deciderlo Giuseppe Cappelleri, il pubblico ministero che sta indagando sulla morte del giovanissimo straniero del Gambia, appena 18enne, rimasto carbonizzato nella notte tra sabato e domenica nella tendopoli di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro (LEGGI).
Il cadavere del ragazzo è stato infatti trasferito nell’ospedale di Reggio Calabria, dove sarà eseguito l’esame autoptico.
Jaith, come dicevamo, è rimasto vittima del rogo divampato nella baraccopoli, probabilmente scatenato dai fuochi accesi dagli extracomunitari che vi risiedono per scaldarsi dal freddo della notte.
Le fiamme hanno coinvolto così due delle baracche (alla fine ne rimarranno distrutte ben otto), in una delle quali dormiva il 18enne che sebbene fosse stato ospite del centro Sprar di Gioiosa Ionica fino al venerdì precedente, se ne era andato volontariamente.
Da quanto appreso, inserito nel programma Sprar, era in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno per ragioni umanitarie e la sera della tragedia era andato a trovare degli amici nella tendopoli per poi rimanervi a dormire.
Qualche dubbio, poi, sulla sua vera età. Alcuni amici sostengono infatti che avrebbe compiuto i 18 anni nel prossimo gennaio: un altro elemento che dovranno appurare gli investigatori che indagano sull’accaduto e a cui spetterà il compito di ricostruirne la dinamica.
Intanto sono arrivati a San Ferdinando anche il fratello del giovane, Soumbu, che vive a Catania, e i suoi genitori. Ieri il prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, infine, si è impegnato ad accogliere proprio la richiesta della famiglia della vittima di farne rimpatriare la salma.
Domenica c’era stata anche un po’ di tensione all’interno della baraccopoli, quando gli stranieri avevano rovesciato alcuni cassonetti e protestato al Comune della cittadina della Piana.
Dopo una riunione in Prefettura, comunque, gli animi si sono placati: nel corso dell’incontro, difatti, è stato stabilito di localizzare un’area in cui realizzare una struttura alternativa per ospitare le centinaia di ospiti.
Un sito che secondo Di Bari sarebbe stato già individuato in un’area ex industriale nella Piana di Gioia Tauro. Qui si vorrebbero sostituire le tende con dei container, assicurando anche i servizi (acqua, gas e luce)
Nella stessa baraccopoli, appena 10 mesi fa, era gennaio, rimase vittima di un altro incendio Becky Moses, giovane nigeriana di 26 anni (LEGGI).