‘Ndrangheta: accolto ricorso contro lo scioglimento del Comune di Lamezia
Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso contro lo scioglimento del consiglio comunale di Lamezia Terme per infiltrazioni mafiose.
Lo ha reso noto, attraverso un post pubblicato sul suo profilo Facebook, Paolo Mascaro, primo cittadino dell'amministrazione rimossa, che aveva presentato l’istanza.
Secondo il Tar capitolino, “gli atti gravati non sono riusciti ad evidenziare, per assenza di univocità e concretezza delle evidenze utilizzate, la ricorrenza di un'alterazione del procedimento di formazione della volontà degli organi elettivi ed amministrativi, tale da compromettere il buon andamento o l’imparzialità delle amministrazioni comunali e provinciali in quanto tesa a favorire o a non contrastare la penetrazione della suddetta criminalità nell'apparato amministrativo".
Nel suo post, Mascaro ha commentato sostenendo che è stata “riscattato l'onore di una Città. Merito di una magistratura che – scrive - ha combattuto e combatte la criminalità debellandola e sconfiggendola. Merito di una comunità che ha contrastato e contrasta quotidianamente il malaffare”.
Merito che il sindaco rinvia alle “donne e di tanti uomini liberi che dedicano e sacrificano, con coraggio e passione, la loro vita per il territorio che amano. Viva Lamezia, sempre e per sempre".
La decisione di sciogliere gli organi elettivi del Comune di Lamezia Terme, quarta città della Calabria per numero di abitanti, era stata deliberata il 22 novembre del 2017 dal Consiglio dei ministri, su proposta dell'allora titolare dell'Interno Marco Minniti, determinando la decadenza dell'amministrazione di centrodestra guidata da Mascaro (LEGGI).
Nella stessa circostanza era stato deciso il commissariamento di altri 4 comuni calabresi, Cassano Ionio (Cs), Isola Capo Rizzuto (Kr), Marina di Gioiosa Ionica (Rc) e Petronà (Cz).
Per Lamezia Terme si trattò del terzo commissariamento, dopo quelli del 1991 e del 2002, sempre per infiltrazioni mafiose.