Risparmiatori lasciati a secco dalla banca: al via il processo sui fondi Credem
Comincia oggi, davanti a un magistrato del Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria, la prima udienza che vede contrapposta una piccola risparmiatrice reggina al gruppo bancario del Credito Emiliano.
Secondo l’accusa – spiega il Comitato Piccoli Risparmiatori del capoluogo dello Stretto - un dipendente della filiale dell’istituto del capoluogo calabrese, forse avallato da un suo superiore, avrebbe fatto leva sul rapporto di fiducia che si era creato con alcuni clienti inducendoli ad investire tutti i loro risparmi in rischiosissime obbligazioni subordinate, ritenute “assolutamente inadeguate” al loro profilo di rischio e rassicurandoli che si trattasse di un investimento stabile e sicuro e che anche nel peggiore dei casi, avrebbero comunque riavuto indietro il capitale investito.
Secondo i risparmiatori, però, nel mese febbraio del 2017, senza essere avvisati in alcun modo né dalla sede centrale della banca né tantomeno dai consulenti finanziari che li avevano a suo tempo indotti a contrarre l’investimento, le obbligazioni sarebbero state convertite “forzosamente” in titoli azionari (ossia un titolo assolutamente diverso da quello in cui gli stessi risparmiatori avrebbero voluto investire ed ancora più inadeguato al loro profilo di rischio), svalutandosi istantaneamente e lasciando gli ignari clienti con in mano solo pochi spiccioli.
In un caso, in particolare, pare che uno dei due consulenti finanziari della Credem sia arrivato ad assicurare per iscritto a una cliente che non ci fosse alcun rischio di perdere il proprio capitale investito, persino diversi mesi dopo che questa conversione era già avvenuta ed il danno si era già irreversibilmente consumato.
Al Comitato dei piccoli risparmiatori risulterebbe poi che i due dipendenti dell’agenzia reggina della banca siano stati trasferiti in altre sedi (uno dei due nella relativamente vicina Nicastro) poco prima che scoppiasse il caso e centinaia di piccoli risparmiatori inferociti si riversassero nella sede di Via Cattolica dei Greci per tentare di riavere indietro almeno il capitale.
“Ce n’è abbastanza – sbotta il Comitato Risparmiatori - per temere che anche nella nostra città (Reggio Calabria, ndr) si stia riproponendo, certamente in scala minore ma in termini forse ancora più gravi e drammatici, ciò che abbiamo visto accadere con i risparmiatori truffati delle banche Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Etruria, Marche, CaRiFerrara e Carichieti. Ma per saperlo occorrerà seguire il procedimento che inizia stamattina al CeDir.”