‘Ndrangheta e Casamonica in affari nella capitale: sequestrati beni e contanti per 30 mln di euro
Un maxi sequestro di beni e contanti, per un valore complessivo di 30 milioni di euro, è scattato nei confronti di pericolosi esponenti della ‘ndrangheta e di soggetti appartenenti alla famiglia dei Casamonica.
La “colossale” confisca è stata portata a termine dai poliziotti della Divisione Anticrimine di Roma in esecuzione ai decreti emessi dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione, della Capitale, nell’ambito del procedimento di prevenzione denominato “All’ombra del Cupolone” attivato su proposta del questore di Roma.
I CLAN CALABRESI NELLA CAPITALE
Insieme al sequestro, per la “perdurante ed elevatissima pericolosità sociale” riconosciuta, è stata, disposta l’applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 5 anni, nei confronti di Francesco Filippone, figlio del più noto Rocco Santo, ritenuto a capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta legata ai Piromalli e arrestato, insieme a Giuseppe Graviano, sulla base di una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dall’autorità giudiziaria di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione ‘Ndrangheta stragista (LEGGI), e di Salvatore Casamonica.
LE INDAGINI
Il filone investigativo è partito alla fine dell’anno 2015, focalizzando l'attenzione sulla ricostruzione della carriera criminale dei membri del nucleo familiare di Francesco Filippone, del suocero Francesco Calvi, del cognato di Calvi, Michele Mercuri, di Roberto Giuseppe Cicivelli, professionista e consulente del gruppo e di Casamonica.
“E’ stata quindi accertata – sostengono gli inquirenti – un’infiltrazione nella realtà economico-finanziaria della Capitale, iniziata alla fine degli anni ’90, ad opera di Francesco Calvi, Michele Mercuri e Francesco Filippone. Costoro, dopo essersi insediati nella Capitale, collegati anche ad esponenti della Camorra, sono entrati in contatto con personaggi della criminalità organizzata romana, appartenenti alla famiglia Casamonica, con i quali hanno stretto alleanze”.
IL RICICLAGGIO E I PRESTANOME
La tesi è che grazie ad una serie di “prestanome”, familiari e non, i sodali hanno acquisito locali commerciali, soprattutto nel settore bar-ristorazione, in zone ad alta vocazione turistica della Capitale, tramite il reinvestimento di cospicue somme di denaro di provenienza illecita come il traffico di stupefacenti e l’usura, avviando, anche, svariate società “cartiere” dedite al riciclaggio di denaro.
I SEQUESTRI
Sotto sequestro sono finite: 10 unità immobiliari tra Calabria, Roma e Ardea; 21 tra società e imprese individuali con sede a Roma, Milano, Sora (Frosinone), Avellino, Caserta e Benevento; 25 complessi aziendali; 24 veicoli tra cui Maserati, Spider, Porsche, Hummer, Mercedes e Audi; 68 rapporti creditizi per un complessivo saldo attivo di 424.159,13 euro; una polizza pegno relativa a preziosi tra cui tre orologi Rolex.
Nel dettaglio, tra le attività confiscate si segnalano diversi esercizi commerciali nel settore del bar-ristorazione situati nelle zone più prestigiose della Capitale, in particolare i bar: “Pio Er Caffe” e “L’Angolo d ‘Oro”; un altro con tabaccheria denominato “Tentazioni Caffe”, nonché il ristorante-trattoria “Hostaria Sara Franca”, tutti ubicati nei pressi del Vaticano; una trattoria in Trastevere, e il ristorante-pizzeria “MiRò Restaurant Kitchen & Sound”.
Inoltre sono state confiscate anche due rivendite di autoveicoli denominate rispettivamente “My Cars”, con sede operativa in zona Borghesiana, e “Sarocar New”, in zona Laurentina, nonché una palestra e l’impresa esercente attività di vendita di calzature in Ciampino riconducibile alla famiglia Casamonica.