Anno Giudiziario Catanzaro: criminalità a tutto campo
Il distretto della Corte d'Appello di Catanzaro, che comprende anche le province di Cosenza, Vibo Valentia e Crotone, registra "sempre piu' gravi e diffuse manifestazioni di criminalita'". Una condizione che riguarda tutti i territori delle quattro province, cosi' come ha evidenziato oggi il presidente della Corte d'Appello, Gianfranco Migliaccio, inaugurando l'anno giudiziario nel capoluogo calabrese. A Catanzaro la tipologia predominante dei reati e' ricollegata alle richieste di estorsione, "ma risulta ancor piu' evidente - ha detto Migliaccio - l'espansione e l'infiltrazione dei sodalizi criminosi nei diversi settori dell'attivita' economica, anche mediante la gestione diretta o per interposta persona di imprese di carattere individuale e societarie, con particolare riferimento al settore degli appalti di opere pubbliche". A Cosenza e' stato posto in rilievo "la forte ripresa delle attivita' di controllo dell'economia a fini estorsivi da parte della 'ndrangheta alla quale - secondo il presidente della Corte d'Appello - si contrappone un clima di apprensione e paura da parte delle vittime". La situazione piu' allarmante, secondo quanto evidenziato nella relazione, e' quella riferita a Crotone dove, ha detto Migliaccio, "l'intero territorio provinciale subisce la forza intimidatrice della 'ndrangheta, anche se alcuni comuni subiscono piu' degli altri la pesante, condizionante, soffocante presenza della criminalita' organizzata che favorisce la delinquenza comune e determina condizioni favorevoli per la nascita di gruppi sempre piu' aggressivi e pericolosi". Una condizione, quella di Crotone, simile a quella di Lamezia Terme, dove e' stato posto in rilievo "l'uso dell'intimidazione mediante danneggiamenti nel corso della campagna elettorale amministrativa del Comune". C'e' una "minore attenzione da parte degli inquirenti nelle indagini patrimoniali ed in sede di adozione dei provvedimenti di sequestro dei beni delle organizzazioni criminali, che dovrebbero essere meglio coordinate e vagliate", anche perche' "risulta dannosa sul lungo termine per la ricaduta negativa di immagine dello Stato". L'allarme e' stato lanciato dal presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio, nell'inaugurazione dell'anno giudiziario che si e' svolta oggi a Catanzaro. Migliaccio ha ripreso le considerazioni espresse dal presidente della sezione Gip gup del tribunale di Catanzaro, il quale aveva sottolineato che si tratta di "un'applicazione pedissequa dei principi di sequestri preventivi cosi' come previsto dalla legge e che ha comportato una maggiore superficialita' nelle indagini patrimoniali, volte a dimostrare la riferibilita' del bene all'indagato per associazione mafiosa, con la conseguenza che al numero di sequestri concessi non corrispondono pari provvedimenti ablativi finali". Trentasette omicidi, nel 2010, su una popolazione residente di poco superiore ai 140 mila abitanti, con un rapporto che e' fra i piu' alti d'Italia. La realta' e' quella della provincia di Vibo Valentia, cosi' come e' emersa nella relazione del presidente della Corte d'Appello di Catanzaro, Gianfranco Migliaccio, che ha inaugurato oggi l'anno giudiziario nel capoluogo calabrese. Numeri allarmanti, che si inseriscono pero' in un contesto dove gli omicidi volontari, considerato tutto il distretto, sono stabili rispetto all'anno precedente. Una situazione che si differenzia da tribunale a tribunale, come nel caso di Lamezia Terme, dove si e' registrato un solo omicidio e sei tentati, a fronte dei 21 del periodo precedente. "Il dato - ha pero' evidenziato Migliaccio - puo' essere espressione di accordi criminali fra le varie famiglie mafiose presenti nella zona". Nel distretto di Catanzaro risultano stazionari gli omicidi colposi commessi per infortuni sul lavoro e per la circolazione stradale, mentre e' in forte aumento il numero delle rapine e dei furti. Nel bilancio del periodo in esame rientra anche un incremento dei delitti contro la pubblica amministrazione, soprattutto in alcune Procure, cosi' come e' stata definita "allarmante" la situazione per i reati contro l'incolumita' pubblica e la salute dei cittadini, oltre che in materia di tutela ambientale, del territorio e di edilizia. Un dato, quest'ultimo, particolarmente significativo nel Cosentino e nella provincia di Vibo Valentia per la quale sono stati ricordati gli eventi disastrosi che sono stati registrati.