‘Ndrangheta: a 20 anni dalla morte ricordato giudice Scopelliti
Venti anni sono passati dall'omicidio del giudice Antonino Scopelliti, sostituto procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione, ucciso in un agguato il 9 agosto 1991 a Campo Calabro, mentre era in vacanza nel suo paese di origine. Per ricordare la figura del magistrato si e' svolta oggi a Catanzaro una manifestazione promossa dalla fondazione che porta il suo nome, guidata dalla figlia Rosanna e dal movimento "Ammazzateci tutti". Davanti alle istituzioni calabresi e a decine di studenti, un filmato ha aperto i lavori con i telegiornali dell'epoca e alcune interviste girate in questi ultimi periodi in Calabria. Aldo Pecora, leader del movimento antimafia, ha ricordato l'impegno del giudice per la legalita', sottolineando anche che "ogni boss assicurato alla giustizia e' un regalo alle vittime di mafia; non chiama moli uomini d'onore - ha chiosato - ma di disonore, perche' l'onore lo abbiamo noi". Anche il sindaco di Catanzaro Rosario Olivo si e' soffermato sulla figura e sull'impegno del "giudice solo", mentre il coordinatore dell'Ufficio scolastico regionale ha ricordato come sia necessario trasformare "l'educazione alla legalita' in educazione alla cittadinanza attiva". Il prefetto di Catanzaro, Antonio Reppucci ,si e' appellato al ruolo della politica e della famiglia, sottolineando che "quando si costruiscono le liste bisogna stare attenti a chi si mette in lista, perche' c'e' chi non respinge i voti della mafia". Una sollecitazione ripresa dal governatore Giuseppe Scopelliti, il quale ha ricordato il periodo dell'omicidio del magistrato, vissuto da giovane impegnato in politica. "Oggi la stagione e' completamente diversa - ha affermato - c'e' la presenza forte delle Forze dell'ordine e della magistratura, e c'e' una presenza diversa della politica". Rispetto alla situazione generale del periodo, Scopelliti si e' soffermato sul fatto che "la stagione e' difficile: tra federalismo, aspetti socio-economici e una politica che deve fare scelte epocali, e' forse la fase piu' delicata della nostra regione". Per quanto riguarda le continue intimidazioni nella regione, Scopelliti ha detto che "c'e' una strategia di accerchiamento della politica sana. La Calabria se vuole crescere ha una sola strada - ha concluso il governatore - deve diventare una terra libera, e per farlo siamo noi calabresi che dobbiamo condurre il nostro destino verso la civilta' e il progresso".