Rende, si concludono al Museo del Presente i laboratori di cittadinanza attiva

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“Il diritto alla città deve necessariamente passare dall’autodeterminazione del governo della città: bisogna ragionare insieme e non delegare la realizzazione di un progetto politico che consti della gestione diretta da parte del cittadino in un processo che deve necessariamente essere collettivo!.

Così il sindaco di Rende Marcello Manna, a margine dell’incontro di stamane al museo del Presente in occasione della chiusura dei laboratori di cittadinanza attiva, ha delineato l’idea di città portata avanti negli ultimi cinque anni di governo che nella relazione tra spazio urbano e cittadinanza ha avuto proprio il suo perno.

“Iniziative come questa -ha affermato il primo cittadino rendese- permettono la reale interazione con i luoghi della politica da parte delle giovani generazioni: per farlo è fondamentale informare e sollecitare l’attenzione su temi quali l’inclusione, la tolleranza, l’uguaglianza”.

“In questi due anni - ha invece dichiarato l’assessora Marina Pasqua - abbiamo dimostrato come il percorso laboratoriale abbia dato linfa vitale al processo di formazione delle studentesse e degli studenti. Il lavoro fatto in sinergia tra comune, Università e istituti d’istruzione superiore ha prodotto quella rottura epistemologica necessaria a superare quelle interpretazioni semplicistiche che inesorabilmente ci portano a una lettura del tempo presente distorta e pregiudizievole. Non a caso i temi trattati sono segno di un agire politico che non vuole e non deve fare scelte neutre”.

Il coordinatore dei laboratori, il docente Unical di storia della filosofia antica e medioevale Luca Parisoli, ha poi asserito che: “la collaudata esperienza è stata utile per noi, per i ragazzi, per il corpo docente. Auspichiamo che in futuro il progetto possa arricchirsi in termini di contributi e con interventi sistemici in grado di ampliare una narrazione critica”.

Tra i temi trattati durante le lectio interattive, i professori Ines Crispini e Luca Lupo hanno parlato agli studenti di violenza contro l’altro.

La docente di filosofia morale ha a riguardo affermato: “è stata un’esperienza utile alla formazione, educazione sentimentale capace di sviluppare nelle giovani generazioni un’attenzione critica ai problemi cittadini. Dinanzi al muro medioevale di arretratezza in cui l’Europa si trova oggi, esso è antidoto capace di insinuare il principio della solidarietà insieme alla corretta formazione di sé attraverso il principio della responsabilità individuale. Partire da noi vuol dire rapportarsi meglio con gli altri e non vedere il diverso da sé solo come minaccia”.

Giovanni Sole ha invece affrontato con i ragazzi il tema delle tradizioni partendo dalla reinvenzione del passato: “esse sono fondamentali-ha detto il docente Unical - alla costruzione dell’identità ma scevra da totem o miti. Se c’è stata costruzione di tradizioni popolari c’è stata per la presenza di reciprocità con l’altro e con altre culture”.

“Abbiamo instaurato con gli studenti in dialogo proficuo - ha poi affermato il professore Luca Lupo -, un dialogo nel quale appare decisivo il non fare finta sia da parte di chi insegna che da parte di chi ascolta. Non c’è infatti un rapporto asimmetrico in questo scambio, ma un parlare reciproco in uno spazio comune”.

Dopo gli interventi delle docenti del liceo “Pitagora” Cinzia Bianco e Teresa Morcavallo e di Teresa Sperlì per il “Todaro-Cosentino” che hanno sottolineato l’importanza dell’iniziativa non solo a livello formativo, ma motivazionale per i loro alunni, l’incontro si e chiuso con la presentazione dei lavori da parte degli studenti a conclusione dei laboratori.