“Distratti” i tfr dei lavoratori. Sequestro per tre manager di Calabria Verde e Afor
Sequestro conservativo per l’ex dirigente di Calabria Verde, Paolo Furgiuele, per il responsabile dell’ufficio legale Giuseppe Campanaro e l’ex commissario liquidatore di Afor Federico Postorino.
La sezione giurisdizionale calabrese della Corte dei Conti ha infatti confermato i sigilli a beni per 1,5 milioni di euro nei confronti dei tre nell’ambito di un’operazione di “distrazione di fondi pubblici” che sarebbe stata caratterizzata da “particolare spregiudicatezza”.
La vicenda, già emersa nello scorso dicembre, a seguito dell’indagine penale “Little John”, si riferisce al passaggio di competenze a Calabria Verde e riguarda i Tfr dei lavoratori dell’ex Afor.
Fondi che, secondo l’accusa, sarebbero stati “investiti” e affidati alla società Cooperfin, partner finanziario definito “dalla dubbia solidità”, il tutto con un’operazione “irrazionale e anomala”, dal momento che sarebbe stata eseguita quando l’ente era già in liquidazione.
La Corte dei conti contesta - sebbene alcuni dei sequestri preventivi siano stati cassati in sede penale - “scarsa chiarezza” della modalità con cui sarebbe stata gestita la vicenda, dato che la società avrebbe deciso di investire “somme soggette di per sé a particolari cautele”, scegliendo come partner finanziario una società che la Corte definisce di “dubbia solvibilità, disponibile a versare interessi difficilmente realizzabili e garantita da un fideiussore tutt’altro che affidabile”.
Nessun illecito erariale dunque, dato che non deriverebbe dalla “violazione della normativa in materia di appalti”. All’epoca dei fatti la Cooperfin, non appena entrata in possesso del milione e mezzo del Tfr dei lavoratori Afor, si sarebbe “rivelata del tutto inadempiente non avendo mai corrisposto alcun interesse attivo”.
Il pm ha poi revocato il sequestro preventivo per Postorino, perché secondo l’accusa l’ex liquidatore sarebbe stato tratto in inganno da Campanaro e da Furgiuele.
Tuttavia per la magistratura contabile Postorino sarebbe responsabile dal punto di vista erariale per colpa grave. L’ex liquidatore ha quindi accusato il responsabile dell’ufficio legale che gli avrebbe proposto l’investimento e la sua unica colpa sarebbe stata quella di aver firmato la delibera fidandosi di lui.
Per i magistrati Furgiuele, poi, sarebbe colpevole. A sui carico i “rapporti intrattenuti con il legale rappresentante della Cooperfin (Ortensio Marano), nell’esistenza di una pratica di finanziamento personale, già istruita in maniera pressoché completa, nonché nelle dichiarazioni accusatorie di Postorino”, per il quale “il pacchetto relativo all’investimento di Afor in Cooperfin (…) faceva capo a Furgiuele”.
Postorino ha quindi avviato la procedura per individuare il partner finanziario “per sottrarre la massa attiva ai creditori” e per “costituire una rendita predeterminata e vincolata da destinare al pagamento delle spese correnti per l’assolvimento dei servizi pubblici essenziali di sua pertinenza” pur trovandosi l’ente in liquidazione.
Campanaro ha poi approvato con Postorino la manifestazione di interesse per l’individuazione del partner finanziario e quale presidente della commissione avrebbe proceduto all’aggiudicazione provvisoria in favore della Cooperfin “assistita da una garanzia fideiussoria priva di consistenza”.
Poi, con l’arrivo di Calabria Verde, subentrata ad Afor, avrebbe sottoscritto con la società in questione “un anomalo piano di rientro” senza che venisse “rilasciata contestualmente un’adeguata garanzia fideiussoria”.
Furgiuele ha approvato lo schema di contratto con cui ha autorizzato il trasferimento a Cooperfin di 1,5 milioni di euro, il tutto dopo che la procedura era stata avviata con un avviso di manifestazione di interesse pubblicato senza riferimento al valore del servizio da appaltare, ai criteri qualitativi e alle caratteristiche tecniche, e con una scadenza di soli 15 giorni per la presentazione delle candidature.
Il giudice, Giuseppe Di Pietro, ha confermato il decreto emesso il 19 maggio e ha quindi disposto il sequestro.