Lo spaccio del soveratese in mano ai Procopio-Mongiardo: 17 arresti, 25 gli indagati
Un altro colpo messo a segno dalla Dda contro la criminalità calabrese, in particolare contro la cosca di ‘ndrangheta soveratese dei Procopio-Mongiardo: venticinque in tutto le persone indagate, di cui nove per le quali si sono spalancate le porte del carcere, altre otto che sono invece finite ai domiciliari e le rimanenti sottoposte all’obbligo di dimora.
Le accuse contestate a tutti e a vario titolo sono di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (aggravata dall’essere composta da più di dieci associati e da soggetti dediti all’uso di droghe), detenzione ai fini di spaccio ed estorsione.
L’operazione, nome in codice “Prisoners Tax” (LEGGI), condotta dai Carabinieri di Soverato con il supporto delle Stazioni di Gasperina e Davoli, è partita nell’estate del 2016 dalle analisi di alcune attività anti-droga eseguite nel corso di normali servizi di controllo del territorio.
Da qui le investigazioni avrebbero difatti portato a documentare una gestione organizzata dello spaccio di cocaina, hashish e marijuana, da parte del gruppo, nei comuni di San Sostene, Davoli, Montepaone e Gasperina.
L’APPROVVIGIONAMENTO
Secondo gli inquirenti il leader sarebbe stato Domenico Procopio, ritenuto il reggente della cosca di ‘ndrangheta Procopio-Mongiardo, e che tramite i propri “collaboratori” avrebbe tenuto dei contatti costanti con soggetti riconducibili alle cosche Strangio di San Luca e Gallace di Guardavalle per quanto riguarda l’approvvigionamento dello stupefacente.
Parte dei guadagni, poi, sarebbero stati anche utilizzati per sostenere quei detenuti che facessero parte della cosca Procopio-Mongiardo, e reclusi in diversi istituti penitenziari di tutta Italia.
Nel corso delle indagini sono state arrestate in flagranza altre 12 persone, e sono stati sequestrati oltre 7 chilogrammi di droga di vario genere, tra cocaina, hashish e marijuana.
Altri due degli indagati sono finiti in manette anche loro, stamani, dopo delle perquisizioni domiciliari durante le quali sono stati trovati in possesso di oltre 160 grammi di stupefacenti.
GLI INDAGATI
In carcere sono così finiti: Antonio Arena, cl.’ 81; Ernesto Bertucci, cl.’80; Giuseppe Corapi, cl.’83; Romano Ponzo, cl.’71; Carmine Procopio, cl.’87; Domenico Procopio, cl.’64; Sergio Scicchitano, cl.’79; Domenico Spadea, cl.’92; Carmela Vono, cl.’74.
Ai domiciliari, invece: Matteo Arena, cl.’93; Alessandro Aversa, cl.’73; Giuseppe Codispoti, cl.’94; Francesco Grande, cl.’95; Annamaria Gregoraci, cl.’95; Giovanni Gregoraci, cl.’94; Roberto Ierace, cl.’94; Salvatore Lioi, cl.’86.
Obbligo di dimora, infine, per: Raffaele Campagna, cl.’91; Stefano Longo, cl.’89; Vincenzo Pacicca, cl.’82; Salvatore Procopio, cl.’90; Giuseppe Santise, cl.’90; Spadea Saverio, cl.’67; Sergio Tassone, cl.’92; Marco Verdiglione, cl. 95.
Il blitz è scattato all’alba quando i carabinieri di Soverato e i loro colleghi del Nucleo Investigativo provinciale e degli altri Reparti competenti, con la collaborazione dello Squadrone Cacciatori, del Nucleo Cinofili e Nucleo Elicotteri di Vibo, hanno eseguito l’ordinanza emessa dal Gip del tribunale Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo.
L’indagine è stata diretta personalmente dal Procuratore Nicola Gratteri, e seguita dall’Aggiunto Vincenzo Luberto e dai Sostituti Debora Rizza e Alessandro Prontera.