Beni per oltre 6 mln confiscati ad affiliato dei Grande Aracri: da Cutro a Parma per gli interessi del clan
Beni mobili ed immobili - per un valore di circa 6 milioni e 200 mila euro - sono stati confiscati dalla DIA di Bologna al 53 enne Giuseppe Pallone, originario di Cutro ma domiciliato a Parma, ritenuto contiguo alla cosca Grande Aracri.
Pallone, trasferitosi dal 1992 nella provincia emiliana, era stato tratto in arresto nel 2015 nell’ambito dell’operazione “Aemilia” (LEGGI) per associazione di tipo mafioso, reimpiego di capitali di provenienza illecita ed estorsione, avendo agito al fine di agevolare la ‘ndrangheta e, in particolare, il clan dei Grande Aracri, egemone a Cutro.
Il 53enne avrebbe concorso in importanti operazioni illecite, con investimenti di ingenti somme di denaro (ritenute provento di delitti di natura mafiosa) e in complicità con esponenti di vertice del clan ‘ndranghetistico emiliano (tra cui Giuseppe Giglio, Salvatore Cappa e Romolo Villirillo), fornendo un rilevante contributo nell’“affare Sorbolo”, una delle principali operazioni immobiliari della consorteria emiliana, consistente in una ingente lottizzazione del valore di oltre 20 milioni di euro nel comune di Sorbolo (PR).
Per questi fatti, a settembre del 2017, Pallone è stato condannato dalla Corte d’Appello di Bologna a 5 anni e 10 mesi di reclusione. Condanna divenuta definitiva dal 24 ottobre 2018, che sta scontando presso la Casa di Reclusione di Parma.
I BENI CAUTELATI
Oggi la DIA - in esecuzione di un provvedimento di confisca emesso dal Tribunale di Bologna sulla base della proposta di misura di prevenzione avanzata dalla Procura della Repubblica locale - scaturita dagli accertamenti patrimoniali e finanziari svolti dalla Sezione Operativa DIA, ha sottoposto a sequestro 187 immobili, tra fabbricati e terreni situati in Emilia Romagna, Puglia e Calabria, 5 società, una impresa individuale e diversi beni mobili, oltre a numerosi rapporti bancari.
Inoltre, il Tribunale di Bologna, riconoscendo l’elevata pericolosità sociale di Pallone, sulla base delle risultanze investigative della DIA, ha applicato nei suoi confronti anche la misura di prevenzione personale della Sorveglianza Speciale nella misura massima prevista per legge, ovvero di cinque anni.