San Giovanni in Fiore, Belcastro difende Oliverio attaccato dai vertici del partito
“Non esiste alcun motivo plausibile per chiedere al presidente Mario Oliverio di non ricandidarsi alle prossime elezioni regionali”.
E’ quanto afferma, in una nota, il sindaco di San Giovanni in Fiore, Giuseppe Belcastro. “Dico questo - prosegue il primo cittadino sangiovannese - non solo per l’affetto, la stima e l’antica amicizia che mi legano da sempre a Mario Oliverio, ma soprattutto sulla scorta dei principi che hanno sempre regolato la vita del nostro partito, a cominciare dal garantismo che ha sempre ispirato le nostre azioni di fronte ad amministratori ed esponenti di partito oggetto di inchieste giudiziarie. Rispetto ad un tema così delicato non può esistere una doppia morale, non si possono adottare due pesi e due misure, soprattutto quando ad essere tirati in ballo, a pochi mesi dalle lezioni, sono uomini specchiati come Mario Oliverio che ha sempre improntato il suo lungo impegno politico al massimo rispetto della legalità e al contrasto di ogni forma di criminalità”.
“Occorre essere garantisti sempre, sia quando ad essere indagati sono personalità di livello nazionale come Nicola Zingaretti o sindaci importanti come Beppe Sala, sia quando è oggetto di indagini l’ultimo dei nostri amministratori. Ciò per evitare quello che lo stesso Zingaretti ha definito non molto tempo fa “giustizialismo di partito. Sull’operato di Oliverio e della sua Giunta, peraltro, lo stesso segretario nazionale del Pd ha espresso parole di apprezzamento e giudizi molto positivi riconoscendo il buon lavoro svolto in questi anni e l’impegno contro la ‘ndrangheta e la criminalità”.
“Per questo motivo - prosegue il sindaco di San Giovanni in Fiore - non capisco le dichiarazioni palesemente contraddittorie e irrispettose rilasciate negli ultimi giorni dal responsabile nazionale del Pd per il Mezzogiorno Nicola Oddati e dallo stesso segretario Zingaretti che, da un lato apprezzano il buon governo di Oliverio e, dall’altro, contraddicendo il diritto di autodeterminazione delle popolazioni e dei circoli in procinto di affrontare le elezioni regionali, sostengono la necessità di una discontinuità rispetto al passato. Ciò che mi lascia ancor più esterrefatto ed incredulo, inoltre, è il “diktat” pronunciato dallo stesso Oddati secondo cui gli eventuali dissenzienti rispetto alle decisioni della direzione nazionale dovranno considerarsi “fuori dal Pd”.
“Non è così – rincara Belcastro - che si contrastano le destre, si vincono le elezioni e si tiene unito il partito. I calabresi meritano rispetto e considerazione. Così come merita rispetto e considerazione il presidente Oliverio che in questi ha lavorato sodo, non senza difficoltà e pugnalate alle spalle, per mettere la Calabria nelle condizioni di cambiare passo. L’autonomia non può essere un valore solo per le altre regioni e non per la Calabria. Per quanto mi riguarda, quindi, dissento fortemente da un’impostazione “centralista” e “romanocentrica” che dovesse mortificare i calabresi e i circoli locali del Pd”.
“Si rispetti lo Statuto e qualora ci dovesse essere un altro candidato pronto a scendere in campo lo si dica, si indicano le elezioni primarie si lasci decidere ai calabresi quale dovrà essere il loro prossimo candidato a presidente della Regione, evitando ingerenze e diktat di apparati e burocrati di partito che servono soltanto a mortificare la partecipazione, l’unità e l’inclusione e conducono il Pd e il centrosinistra calabrese ad una sicura sconfitta”.