Ospedali di montagna Guccione scrive ai sindaci di Acri e San Giovanni in Fiore
Continua e si fa sempre più dura la battaglia dell’opposizione a difesa degli ospedali di montagna. Sulla questione, infatti, interviene oggi, ancora una volta, il Consigliere regionale del Pd, on. Carlo Guccione, attraverso una lettera inviata ai sindaci di Acri e San Giovanni in Fiore, Gino Trematerra e Antonio Barile, entrambi di centrodestra. “Ho deciso di scrivervi -si legge nella missiva- perché ho riscontrato che le preoccupazioni per il ridimensionamento delle attività sanitarie degli ospedali di montagna sono suffragate da diversi atti amministrativi. Il DPF di accompagno al Bilancio approvato a maggioranza nella seduta del Consiglio Regionale del 22 dicembre scorso, in particolare, spiega con chiarezza che la presenza sanitaria degli ospedali di montagna di Acri, San Giovanni in Fiore, Serra San Bruno e Soveria Mannelli si ridurrà ad una presenza di soli 20 posti letto di Medicina, ad una Chirurgia Day Surgery (Chirurgia diurna) e ad un Pronto Soccorso in grado di affrontare solo situazioni di primo intervento, mentre per gli “acuti” e per le patologie che richiedono interventi diversi, i pazienti dovranno essere trasferiti o indirizzati in altri ospedali di riferimento. Per le attività di radiologia, inoltre, è previsto solo il trasferimento per immagini all’ospedale di riferimento e gli esami di laboratorio sono consentiti solo in pronto soccorso e saranno effettuati esclusivamente dal personale dello stesso”. “Come è macroscopicamente evidente sottolinea Guccione- si tratta di scelte sbagliate che non tengono in nessun conto il disagio delle aree montane e delle popolazioni che hanno scelto di vivere in esse e che hanno lo stesso diritto alla tutela della vita e della salute di ogni cittadino calabrese. Il Piano di Rientro, per come è stata gestita la sanità in Calabria almeno negli ultimi quindici anni, si è reso urgente e necessario. Attraverso di esso dovranno essere eliminati sprechi, privilegi e clientele. La sfida è quella di costruire un nuovo sistema sanitario regionale basato sull’utilizzazione efficiente delle risorse, valorizzando le competenze, il merito, le professionalità e le moderne tecnologie, al fine di assicurare ai calabresi la possibilità di curarsi al meglio nella loro regione e per garantire ai territori servizi pronti, qualificati e sicuri. Il Tavolo Massicci, previsto a Roma per il mese di febbraio, è il luogo dove saranno decisi i criteri e le scelte che si dovranno attuare nella sanità calabrese attraverso il Piano di Rientro. E’ opportuno, quindi, che si arrivi a questo appuntamento modificando l’attuale proposta e assumendo gli ospedali di montagna come strutture da potenziare e qualificare. I correttivi che si valuterà di apportare dovranno essere indirizzati alla qualificazione delle prestazioni e dei servizi e non al depotenziamento. A tal fine è necessario che ognuno, nell’esercizio delle proprie funzioni e dei propri ruoli istituzionali, faccia la propria parte senza esitazioni e remore”. “Per quanto mi riguarda –conclude il Consigliere regionale del Pd- confermo la mia piena e totale disponibilità a contribuire alla salvaguardia di presidi importanti per contrastare l’esodo e l’abbandono della montagna anche attraverso la tutela del primario diritto alla salute. Sono sicuro che, allo stesso modo, anche voi saprete corrispondere a questa insopprimibile esigenza”.