Centrale di Rossano, il Coricem: chi non vuole la riconversione non vuole il lavoro
Continua la protesta del Coricem, il comitato a favore della riconversione della centrale Enel di Rossano, nel cosentino, che in una nota si rivolge “a quanti – scrivono - cittadini e politici in buona fede, hanno creduto davvero che la riconversione della Centrale ENEL di Rossano sia negativa per il territorio”. Senza addentrarsi in particolari tecnici il Coricem puntualizza come “il progetto proposto per Rossano (che sarà ripresentato dall’Azienda ex novo e non come fatto in precedenza in modifica al precedente del 2005), predispone accortezze strutturali di gran lunga migliorative rispetto alle attuali Centrali a carbone, comprese quelle in via di ultimazione di Civitavecchia ed in costruzione di Porto Tolle. A Rossano – affermano dal comitato - sarà realizzato anche un sistema per la cattura della CO2, che molto presto sarà sperimentato a Brindisi e che porterà grandi benefici a tutto il pianeta. Nei pressi dei territori dove esistono centrali di vecchia generazione si producono prodotti a marchio DOP – IGP e DOC e sono stati istituiti parchi e riserve naturali. Se non si riscontrano problemi nei territori dove sono ubicate centrali di vecchia generazione – continua la nota - perché mai dovrebbero essercene vicino ad una di nuova generazione con tutte le tecnologie moderne di salvaguardia e tutela dell’ambiente?
A conferma il Coricem elenca così tutte le produzioni realizzarte in altre città d’Italia dove sorgono centrali simili a quella in via di riconversione a Rossano (Guarda le TABELLE grafiche)
“Prossimamente – insiste il comitato - comunicheremo l’elenco dei parchi e delle riserve naturali esistenti nelle provincie dove insistono Centrali a carbone. Due brevissime, sintetiche considerazioni: in Liguria, regione grande quanto l’intera Provincia di Cosenza, funzionano tre centrali a carbone con turismo ed agricoltura ben sviluppati; in Umbria – conclude il Coricem - “cuore verde d’Italia” di recente c’è stata una protesta generale di amministratori, politici ed abitanti del territorio per la paventata chiusura della Centrale del Bastardo”.