Rifiuti. Crotone, un altro No alla discarica privata. Associazioni: inutili sceneggiate del sindaco
Un’altra voce perentoriamente contraria all’ampliamento della discarica privata di Columbra, impianto di proprietà gruppo privato dei fratelli Gianni e Raffaele Vrenna, proposta avanzata dalla Regione per il superamento della crisi del settore rifiuti in Calabria, è quella che si leva da altre tre associazioni territoriali, il Wwf, “Crotone ci mette la faccia” ed il “Meetup Crotone in Movimento”.
Il messaggio è anche qui chiaro ed inequivocabile: la città pitagorica, affermano, “non deve essere la pattumiera della Calabria” e invitano ad “avere il coraggio istituzionale di bloccare chi vuole fare business sulla pelle delle persone”.
Le associazioni, per rafforzare il loro “rifiuto” fanno leva su due aspetti, uno definito tecnico-giuridico e l’altro umano. Quanto al primo sostengono che per superare questa fase emergenziale, “occorre intraprendere soluzioni virtuose e sensate, destinando i rifiuti delle altre ATO calabresi fuori regione, come è già avvenuto in altre realtà territoriali che versavano in analoghe situazioni di emergenza, poiché l’annunciata sospensione dell’Ordinanza contingibile ed urgente del Presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio (spedita per conoscenza ai Presidenti degli ATO calabresi ed ancora non firmata) (QUI), non è in grado di bloccare il disegno nefasto dell’ampliamento della discarica di Crotone, che dovrà accogliere tutti i rifiuti solidi urbani della Calabria”.
“Né tantomeno alcuna delibera simbolica del Consiglio comunale di Crotone – proseguono - servirà a scongiurare il progetto catastrofico destinato al nostro territorio, perché la delibera dell’assise comunale è incapace di incidere negli iter amministrativi regionali di autorizzazione”.
La soluzione ritenuta più sensata, al momento, sempre secondo il Wwf, Crotone ci mette la faccia e Meetup, “rimane quella di portare i rifiuti solidi urbani calabresi fuori regione (come è già avvenuto ad esempio a Roma ed anche in altri territori). Il Sindaco di Crotone, l’Assessore regionale all’Ambiente ed il Presidente della Regione Calabria hanno dei doveri non solo istituzionali, ma anche morali verso la popolazione di Crotone. Gli attuali rappresentanti istituzionali non possono e non devono firmare la condanna a morte del territorio crotonese”.
“Non si adducano, sul punto, inutili preoccupazioni di natura economica – sbottano ancora - visto che risulta già il pagamento di € 17.800.000,00 a favore della Sovreco SpA per seppellire i rifiuti di tutta la Calabria nella discarica di Crotone, tramite la convenzione del 15 luglio 2019 rep. 5307, stipulata dalla Regione Calabria e da tutti i Presidenti degli ATO della Calabria, dove si evince anche la firma del Sindaco di Crotone. A nulla serviranno quindi le sceneggiate di protesta di Ugo Pugliese, descritte da alcune testate giornalistiche, consistenti nell’abbandono di riunioni presso gli uffici del dipartimento regionale dell’Ambiente” (QUI).
La convenzione di cui parlano le associazioni, scadrà il prossimo 30 settembre “ed intanto la Sovreco SpA – spiegano - sottoporrà alla verifica di assoggettabilità VAS il progetto di ampliamento in altezza della discarica sita in località Columbra, per ottenere l’autorizzazione dalla Struttura Tecnica di Valutazione della Regione Calabria”.
Per bloccare questa operazione “che – affermano Wwf, Crotone ci mette la faccia e Meetup - potrebbe essere paventata da qualcuno a “doppia convenienza” (poiché Sovreco SpA potrebbe ambire anche ad ottenere la discarica di servizio per i rifiuti derivanti dalla bonifica del SIN), che porterebbe guadagni soltanto a poche persone e la morte certa dell’intero territorio, il Comune di Crotone dovrà partecipare attivamente sin dall’inizio alla Conferenza dei Servizi indetta dalla Commissione regionale VIA/VAS, presentando almeno una memoria in cui si esprima chiaramente la contrarietà all’ampliamento della discarica di Columbra (evidenziando le varie criticità e facendo presente quanto emerso dalla relazione “Sentieri” dell’Istituto Superiore di Sanità in cui si acclara la più alta percentuale di decessi per tumore a Crotone), partecipando così in maniera concreta al procedimento amministrativo regionale”.
“Qualora poi la commissione regionale si dovesse esprimere favorevolmente sull’ampliamento della discarica di Columbra (purtroppo, tutti noi ancora ricordiamo con tristezza il precedente parere dato sulla discarica di Giammiglione), - aggiungono - il Presidente della Regione infine autorizzerà con decreto l’ampliamento della discarica di Columbra e firmerà l’ordinanza contingibile ed urgente, ai sensi dell’art. 191, d. lgs. 152/2006 e s.m.i., per il conferimento dei rifiuti solidi urbani di tutti gli ATO calabresi nella stessa discarica di Crotone”.
In estrema ratio, quindi, “il Comune di Crotone dovrà esperire ricorso giurisdizionale al TAR di Catanzaro entro 60 giorni dalla loro pubblicazione degli atti regionali o ricorso al Capo dello Stato entro 120 giorni, per chiedere l’annullamento del decreto autorizzativo e dell’Ordinanza contingibile ed urgente, a firma dal Presidente della Regione Calabria”.
Quanto all’altro aspetto sollevato dalle tre associazione, ovvero quello “umano”, quest’ultimo diventerebbe “prevalente rispetto a quello giuridico, perché con un colpo di spugna non si può decretare la morte di un territorio dove vivono migliaia di famiglie, in larga maggioranza con difficoltà economiche”.
“Anche Don Pasquale Aceto, il giovane prete calabrese che sfida il Governatore Oliverio e dice No ai grattacieli della spazzatura (QUI) - ribadiscono Wwf, Crotone ci mette la faccia e Meetup - continua a lottare contro l’ampliamento della discarica di Crotone. Diverse associazioni ambientaliste del nostro territorio e le associazioni dei malati di tumore stanno uscendo pubblicamente con dei comunicati stampa in merito affinché questo appello sia ascoltato e si scongiuri al più presto questo disegno nefasto”.
In conclusione, tenuto conto anche dell’ulteriore aspetto dell’emergenza sanitaria in cui versa Crotone, per le tre associazioni evidenziano che il “conferimento dei rifiuti fuori regione rappresenta la soluzione più sensata, seppur temporanea e limitata a questo particolare momento caratterizzato dall’eccezionalità, senza attendere ricorsi al TAR. Per evitare in futuro analoghe emergenze è necessario responsabilizzare le singole ATO calabresi, imponendo alle stesse di gestire in maniera autosufficiente i propri rifiuti, diminuendo il conferimento in discarica attraverso la raccolta differenziata. Solo così i crotonesi potranno guardare al futuro, fiduciosi di una rinascita economica del territorio”.