Giordano (Idv): "No ad accordo Poste italiane-Farmindustria
“Farmaco, nell’etimologia del termine viene dal greco Pharmakon, che significa rimedio, che in un’altra accezione può significare veleno; i farmaci non sono comuni beni di consumo al pari di altri, ma sono delle sostanze da trattare con cautela che, se usate nel modo corretto, con le dovute conoscenze possono migliorare o salvare la vita, in caso contrario possono causare enormi problemi”. A sostenerlo è l’On. Giuseppe Giordano, Consigliere regionale IdV. Non possiamo che bocciare senza appello l’iniziativa promossa da Farmindustria, Poste Italiane e Ministro Fazio, che prevede la consegna domiciliare dei farmaci, scavalcando completamente farmacia e farmacista. Il farmacista – continua Giordano - non è un commesso che vende un prodotto, ma un professionista che ha compiuto un percorso di studi specifico che lo mette in condizioni di valutare i rischi e benefici di un farmaco per i pazienti; il discrimine tra rimedio e veleno è proprio questo: la conoscenza. Non si può pensare di ridurre il servizio dato da un professionista alla semplice consegna di un pacco. Ad un’occhiata superficiale, questo accordo potrebbe sembrare un vantaggio per il cittadino, ma la questione va valutata molto più in profondità. Basterebbero le difficoltà logistiche per scardinare l’utilità della consegna: visto l’attuale inadeguatezza – purtroppo – delle Poste a svolgere l’ordinaria amministrazione, con costanti ritardi nella consegna della normale corrispondenza, è probabile che il servizio di consegna dei farmaci venga affidato in subappalto a corrieri privati. Ognuno di noi ha contezza di come funziona, basterebbe non essere in casa per trovarsi l’avviso ed essere costretti a recuperare la merce attesa in qualche magazzino di periferia, con il rischio di sospendere terapie importanti. Come verrebbe garantita la conservazione dei farmaci da frigo? Tutto questo – continua l’esponente di IdV - assume anche altre proporzioni se si considera la situazione dei piccoli centri, dove gli uffici postali continuano a chiudere; in questi luoghi le farmacie rurali rappresentano un punto di riferimento e preservare questo rapporto diretto farmacista-paziente è una garanzia per il cittadino. Davanti a un dubbio, una legittima perplessità, un effetto collaterale – conclude Giordano - a chi potrebbe chiedere consiglio un paziente, al corriere o al postino, nobili lavoratori ma presumibilmente digiuni di farmacologia, chimica e medicina generale? Non si scherza con la salute e con la sicurezza dei pazienti. La valutazione dei rischi va lasciata all’esperienza e alla preparazione dei professionisti del settore, questo è il solo vero servizio dato al cittadino; bisogna quindi tutelare sempre di più il farmacista e la farmacia come servizio pubblico sul territorio nell’interesse della comunità.