A Riace eliminati i cartelli dell’accoglienza, via al comune dei “santi Cosimo e Damiano”
Sparisce la parola accoglienza dai cartelli stradali di Riace. E sparisce dunque il simbolo del modello di accoglienza costruito dall’ex sindaco Mimmo Lucano.
Il neo primo cittadino Tonino Trifoli, simpatizzante della Lega, ha infatti rimosso i cartelli stradali all’ingresso del piccolo borgo e ne ha installati altri. La frase “Riace, paese dell’accoglienza” è quindi sparita per fare posto a “Benvenuti a Riace, il paese dei santi medici e martiri Cosimo e Damiano”.
I nuovi cartelli, inaugurati dal sindaco e dai sacerdoti don Giovanni Coniglio e don Giovanni Piscioneri che hanno benedetto la nuova insegna con buona pace della storia recente di Riace, non sono piaciuti al Comitato Undici Giugno che, tra le altre cose, ha notato un piccolo errore nella scritta. Cosma, medico siriano, si è trasformato in Cosimo, forse per svista, o forse per cancellare la storia dei due gemelli martiri in Arabia.
Il Comitato ha deciso di affidare a un comunicato il proprio dissenso, parlando di “maldestro tentativo di cancellare la nobile storia di umanità ed accoglienza costruita da Mimmo Lucano attraverso la rimozione del cartello di benvenuto a Riace”.
Ecco che la decisione della giunta Trifoli si trasforma nella “conferma che l’attuale amministrazione non ha un progetto per il futuro di Riace. Questa scelta conferma soltanto la voglia di cancellare la storia recente che ha fatto di Riace un punto di riferimento nel mondo. Conferma un sentimento di vendetta. Attraverso la vendetta non si costruisce futuro. Riace è stata e rimane il simbolo di una politica che attraverso la valorizzazione dei valori umani ha saputo rispondere al problema dello spopolamento, alla riattivazione di servizi che erano stati cancellati dal calo demografico. Praticando umanità ha saputo creare un circuito di turismo solidale che ha ridato ossigeno ad una economia collassata”.
Elementi che non possono essere cancellati con la rimozione del cartello. Tuttavia il comitato si dice preoccupato che Riace possa tornare a “far parte di quella schiera di paese anonimi ripiegati su se stessi, privi di una qualsiasi speranza e sogno di futuro. Per questa ragioni, il Comitato Undici Giugno, condanna la scelta del sindaco tutta protesa a distruggere senza aver dimostrato cosa vuol costruire”.