Minacce e continui maltrattamenti ai genitori adottivi. Minorenne finisce in comunità
Minacce e comportamenti aggressivi verso i propri genitori. Protagonista della vicenda è un ragazzo di 17 anni adottato che, negli ultimi tempi, era arrivato a minacciare di morte il padre, mettendogli le mani alla gola, a danneggiare a calci la macchina di famiglia o rompere i vasi dell’abitazione ogni qual volta i genitori non soddisfacevano le sue richieste.
Per questo motivo i Carabinieri di Corigliano Calabro hanno eseguito nei suoi confronti un’ordinanza di misura cautelare della detenzione in comunità - disposta dal Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica dei Minorenni - per i reati di maltrattamenti in famiglia.
Tutto è iniziato dopo le numerose denunce sporte dai genitori, esasperati ed impotenti di fronte ai comportamenti sempre più aggressivi del figlio e che andavano avanti dal lontano 2016.
Più volte gli stessi militari sono intervenuti nella casa della famiglia per sedare gli animi del giovane che era stato affidato ai servizi sociali per cercare di aiutare i genitori nel percorso rieducativo.
Ma il tentativo era fallito, in quanto il 17enne aveva inatteso tutte le disposizioni del Tribunale per i minorenni, mentre aveva acuito i propri atteggiamenti aggressivi, aggravati dall’assunzione di droga, situazione confermata dalla documentazione sanitaria sul minorenne.
La criticità della situazione è emersa sia dalle denunce, sia dalla documentazione sanitaria acquisita, sia dagli innumerevoli interventi effettuati dai Carabinieri cassanesi, tanto che il gip ha deciso di emettere l’applicazione della misura cautelare detentiva presso la comunità ministeriale di Catanzaro, dove lo stesso è stato portato dai Carabinieri dopo le formalità di rito.
DIRITTO DI REPLICA. I genitori: “lasciati soli da una Giustizia attendista”
04/10/2019 | 18:15 | I genitori del minore di Cassano, protagonista della vicenda sopra raccontata, hanno voluto inviarci alcune righe chiedendoci lo spazio per poter specificare alcune informazioni contenute nella stessa.
Il giovane, sostengono infatti il papà e la mamma, “pur essendo portatore di un vissuto doloroso dovuto alla sua infanzia preadottiva e pur essendo portatore di gravi difficoltà caratteriali, non ha mai assunto sostanze stupefacenti” affermano, aggiungendo inoltre che lo stesso ragazzo “non ha mai attentato” alla vita dei genitori adottivi, “pur avendo avuto” nei loro confronti, degli “atteggiamenti di forte aggressività”.
I familiari hanno poi puntualizzato che il 17enne non abbia mai “disatteso le disposizioni di alcun tribunale” e che attualmente e momentaneamente sia stato “accolto in una comunità protetta per minori a rischio”.
Infine hanno colto l’occasione per “per poter urlare a tutti” e con tutta la “loro forza” il proprio “dolore per la solitudine in cui siamo stati lasciati dai Servizi e dalla stessa Giustizia, a causa del loro atteggiamento eccessivamente attendistico e per non aver compreso in tempo utile la gravità della nostra situazione”.
“Come cittadini – hanno concluso - siamo indignati per la facilità con cui si sbatte il mostro in prima pagina; come genitori ci sentiamo offesi e delusi. Grazie per l’accoglienza”.