Regionali. Nesci (M5S) insiste: io candidata presidente, dal no di Di Maio all’incontro con Grillo

Calabria Politica
Dalila Nesci e Beppe Grillo

Mentre nel centrosinistra, nel Pd, impazza e ci si divide nella “guerra” all’ultimo “giapponese”, Mario Oliverio (governatore uscente), e nel Centrodestra si registra la “spaccatura” sulla scelta del candidato alle prossime Regionali, col niet della lega a Mario Occhiuto, attuale sindaco di Cosenza - una spaccatura che la parlamentare Cinque Stelle, in un’intervista a RadioRai, ritiene come dei “finti” litigi sostenendo che alla fine un accordo di troverà anche qui - in casa Penstastellata si fa avanti di nuovo “l’anomalia”, così come definita dalla diretta interessata, Dalila Nesci, che continua a proporre - a dire il vero senza grandi successi, almeno per ora - il suo di nome come aspirante alla poltrona di nuovo governatore della Calabria.

Nesci, dopo il “niet” del leader del Movimento, il ministro Luigi di Maio, non si arrende anzi rilancia incontrando, sebbene solo per pochi minuti, il fondatore storico e garante del M5S, Beppe Grillo, a cui avrebbe chiesto di valutare la sua proposta ma su cui, e a quanto pare, il comico genovese non si sarebbe espresso, limitandosi ad ascoltare le sue parole.

La deputata tropeana aveva consegnato, giorni addietro, in mano a di Maio, la sua disponibilità alla candidatura alle Regionali, in ragione di una evoluzione - così come aveva detto la stessa parlamentare - che sta avendo il Movimento Cinque Stelle con le sue regole, ed anche del momento politico e storico che è inedito”, con riferimento chiaro al cambio di governo, da GialloVerde a GialloRosso.

Quanto alla sua candidatura, come dicevamo, c’era stato lo “stop” proprio di Di Maio: non una chiusura netta ma comunque una frenata”.

La Nesci aveva anche scritto al capo politico facendo presente il dovere e la necessità di proporre un’alternativa ai modelli elettorali civici” che lo stesso Di Maio ha deciso di sperimentare cambiando le regole del Movimento, modelli che per la Pentastella “senza garanzie … rinnegano le motivazioni che ci hanno generato”.

Da qui dunque l’esigenza, ribadita in un post lanciato sui social, di non “sconfessare” il fatto che il Movimento sia nato per essere alternativa credibile e vera a quel sistema di specchi riflessi di cui si sono serviti i partiti”.

Poi la stoccata al capo: “Se oggi peschiamo nel cosiddetto ‘civismo’ come foglia di fico perché non abbiamo creato i presupposti organizzativi per la formazione di una classe dirigente all’altezza delle responsabilità che ormai il popolo ci ha consegnato, noi abbiamo il dovere di porvi rimedio”.

Sembra insomma partire da qui la scelta di insistere sul suo nome da candidare alla guida della Regione, una proposta che la Nesci ha già avuto modo di dire (e scrivere) non debba essere giudicata (né tanto meno incidentalmente), ma vagliata con la serietà che deve contraddistinguere una forza politica, ancor di più la nostra che è giovane ed in evoluzione sin dalla nascita”.

Una scelta, poi, che ha ribadito anche nel corso di un’intervista rilasciata ieri a RadioRai (ASCOLTALA QUI), sostenendo che il modello di accordo col Pd preso per le elezioni in Umbria non possa essere replicabile “in maniera speculare” anche in Calabria, perché, ha affermato, “la Calabria viene da un ‘sistema Oliverio’ che abbiamo contestato aspramente”.

Nesci spinge, in pratica, sul “cavillo” che avrebbe “bocciato” la sua candidatura. Il fatto cioè che le regole dei CinqueStelle vieterebbero di dimettersi da una carica elettiva per candidarsi ad un’altra.

Un “dogma”, come lo definisce la deputata vibonese, ricordando come sarebbe stato invece superato quanto proprio all’Umbria, così come nel caso del viceministro Giancarlo Cancelleri, in Sicilia. Su questo la Nesci ha infatti garantito le sue dimissioni nell’eventualità della candidatura.

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