Crotone. I rom e il monopolio dello spaccio, la donna “ragioniera” e i minori incaricati delle consegne
Il fulcro nel quartiere Acquabona di Crotone - il che non sarebbe proprio una novità - e una famiglie rom, quella dei Manetta, che lì ci vive, a controllare lo spaccio della droga (marijuana, cocaina ed eroina) soprattutto nei pressi delle scuole che insistono proprio nella stessa zona, dunque con gli studenti possibili “obiettivi” dei pusher.
Poi il ruolo di una donna, anche lei di etnia rom, con il ruolo quasi di “ragioniera” del gruppo, incaricata di tenere la contabilità dello smercio, una sorta di brogliaccio con la “partita doppia”, voci “dare e avere” comprese, per tenere sotto controllo incassi e spese dell’attività. Infine giovani minorenni utilizzati per consegnare il “pacchettino” di stupefacente a chi l’avesse ordinato: tanti, troppi acquirenti, a quanto pare.
Ma l’indagine, avviata nel 2015, non si ferma solo a loro: quasi una sessantina, 57 per l’esattezza i soggetti indagati, con decine di perquisizioni, 39, operate dai carabinieri di Crotone su ordine della Dda di Catanzaro.
I provvedimenti sono scattati stamani sia nel crotonese che anche nel catanzarese, cosentino e reggino, spingendosi fino a Bergamo. Alcune delle misure sono state eseguite anche in carcere, nelle Case Circondariali di Avellino, Catanzaro, Benevento, Prato e Melfi
Le accuse, e a vario titolo, sono di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti e allo spaccio, appunto, anche nei pressi di scuole e con il coinvolgimento di minori. Cinque dei coinvolti sono stati poi raggiunti da altrettanti obblighi di dimora nel comune di residenza.
IL LIBRO MASTRO E I CANALI DI APPROVVIGIONAMENTO
Gli investigatori pitagorici ritengono di aver ricostruito gli assetti organizzativi della struttura criminale, riuscendo a ritrovare anche un “libro mastro” in cui erano minuziosamente annotati i rapporti di credito e debito dell’organizzazione sia con i propri fornitori che e con i “clienti”.
Il brogliaccio, inoltre, documenta analiticamente il traffico di grossi quantitativi di droga, tra cocaina, eroina, marijuana e hashish; così come i canali di approvvigionamento dei Manetta, che sarebbero stati soliti rifornirsi – “attraverso i rapporti affaristico criminali”, sostengono gli investigatori - dalle famiglie Abbruzzese di Catanzaro; Mannolo di Cutro; Scerbo/Tarasi di Isola di Capo Rizzuto; e Raso/Luccisano di Rizziconi, nella piana di Gioia Tauro.
Durante l’operazione dieci le 10 persone arrestate in flagranza tra cui anche un minorenne e che spacciavano oltre che nel quartiere Acquabona anche all’esterno delle scuole secondarie adiacenti.
Sequestrati inoltre 330 grammi di cocaina; 1300 di hashish; 215 di marijuana; 26 di eroina; una pistola cal. 7,65; un’altra cal. 9x 21; una pistola mitragliatrice del tipo MP 1940 Maschinenpistole.
I NOMI
A finire in carcere sono: Antonio Bevilacqua, 36enne di Crotone; Antonio Manetta, 24enne di Crotone; Cosimo Manetta, 54enne di Crotone; Nicola Manetta, 32enne di Crotone; Roberta Manetta, 26enne di Crotone; Mario Mannolo, 60enne di Cutro; Cosimo Passalacqua, 47enne di Crotone; Alessandro Perini, 35enne di Crotone; Filippo Raso, 50enne di Rizziconi; Maurizio Sabato, 53enne di Catanzaro.
Ai domiciliari, invece: Giovanni Passalacqua, 54enne di Catanzaro; Piero Ranieri, 42enne di Crotone; Antonio Scerbo, 42enne di Isola Capo Rizzuto.
Obbligo di dimora per: Antonio Bevilacqua, 25enne di Crotone; Leonardo Bevilacqua, 35enne di Crotone; Nicola Manetta, 38enne di Crotone; Nicola Manetta, 27enne di Crotone; Antonio Scicchitano, 58enne di Crotone.