Blitz al Comune di Vibo, verifiche sugli ultimi 20 anni. Spuntano i primi indagati
Illecita concorrenza con minaccia o violenza aggravata dal metodo e dalle finalità mafiose e concorso esterno in associazione mafiosa: queste le accuse mosse agli indagati nell’inchiesta sul Comune di Vibo.
Le forze dell’ordine hanno infatti avviato verifiche su venti anni di amministrazione. L’inchiesta è partita lunedì con un blitz della Guardia di finanza negli uffici dell’ente, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, in particolare su ordine del Pm Antonio De Bernardo (QUI).
Nelle indagini si portano avanti, in minima parte, controlli anche sull’attuale amministrazione attuale, guidata da circa 100 giorni dal sindaco Maria Limardo.
A interessare gli inquirenti sono le documentazioni risalenti ai primi anni 2000. Sotto la lente ci sono documenti che hanno richiamato l’attenzione dei baschi verdi, che stanno cercando elementi che potrebbero aver condizionato le attività amministrative del periodo.
I controlli vanno dall’impiantistica sportiva ai venditori ambulanti, dall’illuminazione pubblica ai vari capitolati di appalto, fino alle manifestazioni fieristiche.
L’attenzione è anche alle delibere di Giunta, quelle di Consiglio, alle determine, le variazioni di bilancio, soprattutto quelle recanti cifre corpose, che hanno ottenuto il placet dell’assemblea civica; ma anche gli affidamenti dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria alle ditte per le quali va verificato se sia stato adottato il criterio di “rotazione”.