Regionali. Finalmente c’è la data, si vota il 26 gennaio. Oliverio sfida il Pd: “facciamo le primarie”
Il tira e molla sembra finalmente finito, la Calabria ha una data certa in cui i cittadini potranno recarsi alle urne per eleggere i nuovi consiglieri regionali e ovviamente anche il nuovo governatore, anche se su quest’ultimo fronte, quanto almeno ai nomi dei papabili candidati (e su tutti i fronti), la nebbia non si sia affatto ed ancora diradata.
Ovviamente per emanare il relativo decreto si dovrà aspettare l’ufficialità dai presidenti delle Corti d’Appello e poi dal Viminale, così come stabilito dalla legge; mentre è evidente che con questa scadenza tutti gli adempimenti necessari, così come la presentazione delle relative liste, dovranno essere effettuati un mese prima dall’appuntamento elettorale, entro le prossime festività natalizie, per intenderci.
A dare la notizia è stato lo stesso presidente della giunta Mario Oliverio, durante l’incontro di Lamezia Terme con le “anime” del centrosinistra o, comunque, di quel che ne resta dopo la “spaccatura” tra il Pd nazionale e lo stesso Oliverio, col primo che da subito aveva espresso il veto sulla ricandidatura del secondo (QUI).
Un incontro che il governatore uscente - forse non a caso - ha definito come la “Leopolda Calabrese”, definizione che suona quasi come un fischio, una strizzatina d’occhio all’indirizzo della neo costituita “Italia Viva” di Matteo Renzi, anch’egli com’è noto “fuoriuscito” dal Partito Democratico.
Leopolda o meno nella città della Piana sono arrivati in sala quei pezzi del centrosinistra “riunitisi” dopo il “distacco” del Pd dal presidente uscente, tra cui alcune liste civiche e “dissidenti”, il Partito socialista di Luigi Incarnato e Calabria in Rete degli Sculco (con la consigliera Flora e Enzo, il padre).
Un incontro, quello lametino, che secondo Oliverio avrebbe riunito “il centrosinistra calabrese” ma che ha registrato, come prevedibile, l’assenza dei big del Partito Democratico, in particolare del commissario regionale Stefano Graziano.
Un’assenza, una “rottura”, che per il governatore impedirebbe un confronto e un dialogo e che pertanto non farebbe bene al Pd e che, forse, potrebbe essere “ricucita” ricorrendo allo strumento delle Primarie.
Una soluzione che lo stesso Oliverio ha paventato in un’intervista al Corriere della Sera: “se vogliono (il Pd, ndr) proporre un volto nuovo, facciamo le primarie, così vediamo se sono così vecchio”, ha dichiarato.