Terminati i festeggiamenti religiosi in onore di San Bartolomeo
Sono terminati i festeggiamenti religiosi in onore di San Bartolomeo, discepolo di San Nilo Abate, a Rossano. Diverse le iniziative promosse dal Comitato parrocchiale per onorare la figura del co-patrono di Rossano. Sabato 9 novembre, all'interno della Chiesa, si è dato vita ad un interessante convegno sulla vita di San Bartolomeo. Preziosa la relazione di Francesco Filareto che, nel corso del suo minuzioso e dettagliato intervento, si è soffermato su San Nilo Abate e su San Bartolomeo il quale nacque a Rossano nel 980 circa da una nobile famiglia discendente da Costantinopoli.
Venne battezzato con il nome di Basilio, manifestando sin da piccolo molto interesse per la vita religiosa. A sette anni venne affidato dai genitori ai monaci del monastero di San Giovanni Calibita di Caloveto dove ricevette un’istruzione così profonda da superare i colleghi. Dopo cinque anni si recò a Vallelucio, presso Montecassino, dove in quel monastero vi era San Nilo e dal quale non si allontanò più. Nel 994 lo seguì a Serperi (Gaeta) dimorandovi per dieci anni e osservando digiuni e astinenze. Fonda, nel 1004, insieme a San Nilo, sua guida morale-spirituale (deceduto nello stesso anno), un Monastero con attigua chiesa, battezzato “S. Maria della Criptaferata”, poi “Grottaferrata”, che completa in vent’anni, nel 1024. Lo organizza con una regola nuova e originale (“Typicon”) e ne fa uno dei più qualificati e famosi referenti della religiosità e della cultura greco-bizantine d’Europa. Pur rifiutando il titolo di Egumeno o Abate (come già fece anche S. Nilo), dirige di fatto, per oltre 40 anni, fino alla morte (11 novembre 1055) il suo Monastero, che acquista grande notorietà e diventa attrattore di una nutrita schiera di giovani monaci.
Fa del Monastero una comunità o fraternità tra le più qualificate d’Europa: impegnata nella promozione umana (mediante lo Scriptorium, la Biblioteca, la Scuola), nella missionaria ri-evangelizzazione, nella creazione di un’efficiente azienda agricola, che richiama le disorientate popolazioni del territorio, salvandole dalle carestie e assicurando loro aggregazione sociale, difesa dei loro elementari diritti, guida morale e spirituale. E’ amatissimo dalla gente tanto da essere considerato operatore di miracoli e Santo. E’ co-protagonista di quella grande stagione della “Riforma” della Chiesa cattolica che porterà ai pontificati rinnovatori di Leone IX° (1049-1054), di Niccolò II° (1058-1061) e di Gregorio VII (1073-1085), partecipando ad alcuni Sinodi romani (1036/37,1044) ed esercitando un decisiva influenza sui Pontefici Benedetto VIII, Giovanni XIX°, Benedetto IX°. Su quest’ultimo svolge una tale azione magistrale di orientamento e di guida da persuaderlo a cambiare radicalmente vita, a rinunciare al Papato (come farà, in anni recenti, Benedetto XVI°), a farsi monaco e suo discepolo a Grottaferrata (1055). Autore del “Bios” (1035-1055), ossia della “Vita di San Nilo” (“Βίος καὶ πολιτεία τοῦ ὁσίου πατρὸς ἡμῶν Νείλου τοῦ Νέου”), biografia scritta in elegante lingua greca che rappresenta l’opera storica e agiografica più importante del sec. XI°, quella che ci consente di conoscere le vicende umane di Rossano e di gran parte dell’Italia.
Un intervento, quello di Francesco Filareto, apprezzato e condiviso da quanti hanno preso parte al convegno. Fra questi: il padre Arcivescovo della Diocesi di Rossano-Cariati, S.E. Mons, Giuseppe Satriano, don Franco Romano, sacerdote della Parrocchia di San Bartolomeo, dell'assessore alla cultura del comune unico di Corigliano-Rossano, Donatella Novellis, del Presidente del Circolo Culturale Rossanese, Tonino Guarasci, ma anche dai tanti parrocchiani e studenti del Liceo Classico “San Nilo” di Rossano. In serata, invece, si è dato vita al Recital dal titolo: “Sui passi di San Bartolomeo da Rossano” scritto da Giuseppe Calarota per la regia di don Franco Romano e Mariapina Belcastro che ha visto protagonisti i gruppi parrocchiali.
Un Recital apprezzato, con lunghi applausi ed ampi consensi di critica, dal numeroso pubblico seduto nei banchi della Parrocchia. Bravi, in modo particolare, tutti i protagonisti entrati in scena con ruoli diversi. Questi sono: Giuseppe Calarota (Giovanni Rossanese), Gian Marco Orlando (Bartolomeo Giovane e Adulto), Antonio Pio Rugna Sapia (Basilio ragazzo), Salvatore Marincola (Basilio Infante), Maria Vittoria Converso (Madre), Giuseppe De Santis (Padre), Luigi Rugna Sapia (Ragazzo 1), Fortunato Pacenza (Ragazzo 2), Antonio Converso (Ragazzo 3), Giuseppe Pio Marincola (Ragazzo 4), Isidoro Graziano (Monaco Leonzio), Luigi Pisano (Monaco), Salvatore Cavallo (Monaco), Luigi Pisano (Nobile Signore), Giuseppe De Santis (Nilo), Giuseppe Campana (Guardia 1), Domenico Cannello (Guardia), Salvatore Cavallo (Giovanni Filagato), Salvatore Paludi (Ottone III°), Gennaro Caruso (Gregorio V°), Maria Teresa Berardi (Madonna), Gennaro Caruso (Benedetto IX°), Serafina Spataro (Concubina 1), Maria Vittoria Converso (Concubina 2).
Straordinari i costumi di scena realizzati dalla sarta: Maria Aloe. Perfetto il coordinamento audio-luci a cura di Maria Teresa Berardi e Claudia Campana. Una nota di merito anche per il "Coro Parrocchiale di San Bartolomeo" diretto, per l'occasione, dal Maestro Luigi Salvatore Galluzzi che ha eseguito, magistralmente, alcuni canti religiosi nel corso della significativa rappresentazione in chiesa sulla vita di San Bartolomeo (discepolo di San Nilo Abate e co-patrono di Rossano). Questo era formato da: Bambina Campana, Maria Pacenza, Enza Maria Ruffo, Patrizia Zangaro, Giovanna Blasco, Angela Garofalo, Enza Scigliano, Carmen Graziano, Adriana Graziano, Giuseppina Malagrinò e Caterina Caputo.