Incendiarono il proprio negozio a Botricello, condannati coniugi
Si è concluso con una condanna a un anno cinque mesi e dieci giorni di reclusione ciascuno, oggi a Catanzaro, il giudizio abbreviato a carico dei catanzaresi Pietro Guzzo, 37 anni, e della moglie di quest'ultimo, Concetta Viscomi, 28 anni, entrambi commercianti, accusati di aver dato fuoco al proprio negozio, a Botricello (Cz), per intascare i soldi dell'assicurazione. La sentenza e' arrivata oggi dal giudice dell'udienza preliminare Assunta Maiore, che ha parzialmente accolto la richiesta formulata dal pubblico ministero Paolo Petrolo, il quale aveva sollecitato una pena di quattro anni ciascuno per la coppia, nonche' delle parti civili - si tratta di Sviluppo Italia, che concesse il prestito d'onore necessario a marito e moglie per avviare l'attivita', e del proprietario dell'immobile incendiato -, cui il giudice ha riconosciuto 10.000 euro a titolo di provvisionale in attesa che il risarcimento del danno venga liquidato in sede civile -. I coniugi, chiamati a rispondere di ben otto capi d'accusa - tra cui truffa aggravata a Svi, incendio doloso aggravato, uccisione di animali, e simulazione di reato -, come richiesto dal difensore Salvatore Iannone sono stati contestualmente scagionati da parte delle accuse a loro carico, e precisamente sono stati assolti dall'imputazione di rovina di edifici, mentre e' stato dichiarato il non luogo a procedere per il danneggiamento d'auto e per la truffa all'assicurazione per difetto di querela, ed e' stato derubricato il capo d'accusa relativo all'incendio doloso. Per i fatti che oggi gli sono costati la condanna Guzzo e la Viscomi erano stati inizialmente denunciati e poi, nel marzo del 2009, raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Tutto inizio' il 10 dicembre 2008 quando, nel cuore della notte, un'esplosione innescata con liquido infiammabile distrusse completamente il negozio di animali, di cui era titolare la donna, situato sulla strada statale 106, a Botricello. Dopo alcuni giorni di indagini, i carabinieri della locale stazione che stavano indagando scoprirono che Guzzo si trovava rinchiuso in casa propria e non era fuori sede come aveva detto sua moglie, e che l'uomo aveva diverse ustioni sul corpo. La coppia fini' sotto la lente degli investigatori finche' il sostituto procuratore titolare del caso, Francesco De Tommasi, ebbe a disposizione sufficienti elementi per chiedere e ottenere dal giudice delle indagini preliminari Gabriella Reillo un provvedimento di custodia cautelare. Secondo gli inquirenti Guzzo e la Viscomi tentarono di procurarsi illegalmente i soldi dell'assicurazione per superare le difficolta' finanziarie in cui versavano. Cosi', sempre stando alle accuse, l'uomo si fece chiudere nel locale che avevano preso in affitto per aprire il negozio e, con della benzina, accese il fuoco prima di fuggire da una finestra, ma senza riuscire a restare indenne dalle fiamme.