Crotone. Il neo Prefetto si presenta: lo Stato c’è ma spetta anche ai cittadini rimboccarsi le maniche
Prima vice prefetto a Perugia, poi a Macerata, infine a Firenze. Oggi a capo dell’Ufficio Territoriale di Governo di Crotone. Un impegno gravoso in una città dalle mille sfaccettature e certamente dalle innumerevoli quanto “diverse” criticità ed emergenze rispetto alle città del centro nord, ma una sfida che il nuovo prefetto della città pitagorica, Tiziana Tombesi, - che si è presentata oggi alla stampa - ribadisce di voler svolgere con “consapevolezza” e in nome di due valori importanti come quello della Legge e del rispetto della stessa.
Quanto al curriculum, Tombesi è nata a Macerata: proprio il prossimo 4 di dicembre compirà 63 anni; è sposata da 33 di anni e madre di un figlio.
Laureata in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Macerata, nel 1983 consegue l’idoneità alla professione di Procuratore legale presso la Corte di Appello di Ancona.
Nel 1982 viene assegnata alla Prefettura di Piacenza e successivamente trasferita a quella di Macerata, con compiti di Vice dirigente.
Nel 1992 è promossa al grado di Vice Prefetto Ispettore Aggiunto. Nel 1997, in occasione del terremoto di quell’anno, è stata delegata dal Prefetto come Responsabile presso il Centro Operativo Misto di Serravalle del Chienti e le attività svolte allora nelle zone colpite dal sisma le faranno ottenere un encomio del Ministro dell'Interno. Dal 1° luglio del 2000 viene promossa alla qualifica di Vice Prefetto.
Tombesi è la prima donna a ricoprire l’incarico di Prefetto nell’ufficio crotonese, e come donna le sue prime parole con gli operatori della stampa sono state rivolte proprio al fenomeno della violenza di genere: non a caso la neo rappresentante del governo si è insediata in città proprio ieri, 25 novembre, in occasione della “Giornata contro la violenza sulle donne”.
Su questo argomento ha spiegato infatti di aver già lavorato alacremente a Piacenza, dove ha creato un centro proprio per assistere le vittime ma Tombesi ha voluto sottolineare quanto sia anche importante, in questa “battaglia”, il coraggio della denuncia e la capacità di educare fin da piccole le nuove generazioni.
Abituandole anche all’accettazione dell’insuccesso, alla capacità cioè di comprendere quanto non sia importante il “vincere ostinatamente” e, invece, apprezzarsi per ciò che si è. Due baluardi per indirizzare le nuove generazioni, in sintesi, ad esprimere il valore del rispetto, anche e soprattutto per le donne.
Un altro punto rilevante della sua “visione”, come dicevamo, quello della legalità, su cui “s’innesta anche (ed è questo il nostro compito) – ha ribadito il prefetto – la libertà di impresa, ma anche la libertà dei cittadini… ed è nostro compito cercare di garantirla”.
Legalità che equivale dunque a sicurezza, cardini ancora più rilevanti in un’area geografica come la nostra dove alcuni comuni si sono trovati sciolti per infiltrazioni della criminalità organizzata o, come nel caso del capoluogo, esautorato da un’indagine giudiziaria.
E su Crotone il Prefetto ha assicurato che “faremo quello che è necessario laddove il sindaco confermasse alla scadenza dei venti giorni le dimissione e, quindi, saremo attenti ed opereremo affinché in questi territori si ripristini democrazia e libertà”.
Libertà che è anche volano dello sviluppo economico della città: “noi – ha sbottato Tombesi – possiamo solo garantire che gli imprenditori abbiano su questa terra la consapevolezza che ci si può investire, in maniera legale, senza subire pressioni o condizionamenti”.
Questo l’impegno che si assume dunque l’ufficio di governo, ma il neo prefetto evidenzia un altro elemento fondamentale affinché anche la città di Crotone conquisti una sua autosufficienza economica e una rivalsa sociale: “i prefetti ci sono - ha affermato - ma è tra di noi (riferendosi ai cittadini, ndr) che dobbiamo trovare la forza, le risorse e le capacità”.
Un invito dunque a non piangersi addosso quanto a rimboccarsi le maniche. Tombesi porta proprio ad esempio il sisma nel 2016 in Umbria.
In quell’occasione, ha ricordato, “il mondo intero ci ha aiutato ma sui tavoli, dalla mattina alla sera, c’eravamo noi … Chi veramente ci mette il suo - ha puntualizzato - è chi ci vive (su un territorio, ndr), chi ha l’interesse a venire fuori dalle situazioni di crisi”.