Volevano rapinare una banca di Vicarello, arrestati. Tra loro anche calabrese

Crotone Cronaca

Volevano rapinare una banca di Vicarello ma sono stati arrestati. È finito con le manette, dunque, il tentativo messo in atto da tre uomini: P.M., 76enne originario di Berra Ferrara; F.E., 38enne di Isola Capo Rizzuto e D.V., 67enne di Fremura.

Lo scorso 22 novembre i carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno, con la collaborazione del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Pisa, li hanno infatti arrestati in flagranza per tentata rapina a mano armata.

L’operazione era stata programmata tempo prima, a seguito delle indagini che - coordinate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo toscano, Ettore Squillace Greco – erano state avviate proprio nei confronti dei tre, tutti italiani e pluripregiudicati con precedenti specifici per rapina alle banche.

I giorni precedenti alla tentata rapina, i militari avevano notato la loro presenza nelle vicinanze di una filiale di un istituto di Vicarello, frazione del comune di Collesalvetti, presenza che poi si è rivelata essere un sopralluogo. I carabinieri hanno anche documentato l’acquisto di calze da donna che avrebbero usato per nascondere il volto durante l’azione.

Gli investigatori così avviato le attività per scoraggiare le loro intenzioni. Così, la mattina di venerdì 22 novembre, i tre, arrivati all’esterno della cassa di Risparmio di Lucca-Pisa-Livorno di Vicarello, hanno notato l’unità specializzata dell’Arma, la cosiddetta SOS, parcheggiata fuori dalla banca per proprio scoraggiare il tentativo di rapina. Dopo una breve rinuncia, hanno tentato comunque di entrare in azione, ma vedendo i Carabinieri hanno alla fine rinunciato.

“PORCA P… GLI SBIRRI”

I militari sono riusciti a intercettare anche i loro dialoghi:

rapinatore 1: “Mh ... porca puttana ... gli sbirri”;

rapinatore 2: “Eh ne abbiamo tre ... quattro ... cinque (inc.) è qui madama ... abbiamo anche i Carramba”;

rapinatore 3: “vai, vai, vai” ;

rapinatore 1: “Ci è andata di culo ... porca puttana (inc.) ... benedire … ma ti rendi conto ? ... potevano essere più indietro … più avanti (inc.) … proprio davanti lì, o l'hanno colpita!? o ci hanno già fatto … meno male che non siamo arrivati prima, magari non c'erano e stava succedendo qualcosa, uscivamo stasera poi… si mangiava li dentro … (in carcere-N.d.R.).

Le indagini hanno confermato che i tre erano pronti a colpire, avendo già individuato i compiti di ciascuno nell’azione delittuosa: rapinatore 1: “allora io sto dietro le casse, ti stai nell'ufficio, del Direttore, e te... va bè poi ci vado io, ci devo andare con Lui, per far sbloccare il bancomat ... te magari stai con il personale, con i clienti”;

rapinatore 3: ma non lì dentro, li metti in uno sgabuzzino, i cellulari, depositati”; rapinatore 1: no ma possono stare anche seduti e te ti metti dietro l'angolino dietro la porta”;

rapinatore 3:attenzione a quei orologi scuri che sono dei cellulari”.

Gli investigatori sono intervenuti, e li hanno quindi bloccato appena entrati all’interno di un garage, nella periferia di Pisa, che fungeva da covo. Perquisiti, sono stati trovati in possesso di alcuni passamontagna, una maschera, calze di nylon - per celare il volto - guanti in lattice, una riproduzione della pistola Glock calibro 8 e alcune targhe rubate.

L’ASSERITA AMICIZIA CON VALLANZASCA E MANIERO

I presunti rapinatori sono stati arrestati e portati nel carcere di Pisa, e devono rispondere del reato di tentata rapina a mano armata, ricettazione e detenzione senza denuncia di munizioni per armi comuni da sparo, in concorso tra loro. Il pm di Turno presso la Procura di Pisa, Sisto Restuccia, ha chiesto la convalida Gip che l’ha accolta.

I tre, due dei quali con alle spalle un’importante storia carceraria (67 anni di età di cui 45 trascorsi tra le mura di un carcere), proprio mentre si avvicinavano alla banca raccontavano delle loro amicizie carcerarie, facendo riferimento a periodi di detenzione trascorsi con Renatino Vallanzasca, conosciuto nel super carcere di Novara, e con di Felice Maniero, il noto capo della mafia del Brenta.

L’indagine, che è stata denominata “Big Brolly” per la predilezione degli arrestati a fare rapine in tempo di pioggia, prosegue per individuare altri reati commessi.