Omicidio Parretta. La mamma: “Non dimenticatelo, in tribunale voglio giustizia”
"Il 5 dicembre saprò se mio figlio potrà riposare in pace, se questo Paese avrà rispetto e memoria del sacrificio di un innocente”. E’ quanto dichiara Katia Villirillo, la mamma del 19enne Giuseppe Parretta ucciso da una raffica di colpi di pistola esplosi nella gelida sera 13 gennaio 2018 davanti alla sede dell’Associazione LibereDonne di Crotone, dove lavora la madre. (QUI)
Quei colpi hanno rotto il silenzio del centro storico cittadino ed hanno contestualmente tolto la vita ad un giovane che desiderava guardare al futuro.
A sparare fu Salvatore Gerace, che si è costituito alla polizia, e proprio il prossimo 5 dicembre la Corte d'Assise di Catanzaro si pronuncerà con la sentenza di primo grado.
“Da anni lavoro per aiutare le donne vittime di violenza, tratta, prostituzione.” Dichiara la mamma di Giuseppe che aggiunge e denuncia che proprio l’impegno di Libere donne avrebbe dato “fastidio ai traffici del Gerace”.
La Villirillo aggiunge: “come ho ricordato anche in aula, e che mio figlio ha pagato con la vita, cadendo vittima di una vera e propria esecuzione davanti a me, a sua sorella e al suo fratello minore”.
“Alle Istituzioni, ai media, ma anche a tutti i cittadini chiedo di non dimenticare Giuseppe, - prosegue Katia- il suo gesto eroico di difesa verso sua madre, il suo martirio in una terra inquinata da malavita e criminalità in cui pochissimi, come fa l’Associazione LibereDonne, hanno il coraggio di provare a cambiare le cose, a partire dai giovani e dalla scuola. Appendete striscioni fuori dalle finestre, sui balconi, nelle strade, fatelo in memoria di Giuseppe, ucciso da chi non vuole presidi di legalità in una terra sequestrata dalle mafie. Mi hanno condannato all’ergastolo,- conclude la donna- sopravvivo alla sua assenza solo per avere giustizia e per non rendere vano il suo coraggio: continuerò a salvare le donne ”.