Falsi incidenti per truffare le assicurazioni, sette indagati: a capo due avvocati

Reggio Calabria Cronaca

Un metodo collaudato per truffare le assicurazioni ed ottenere così importanti risarcimenti per finti incidenti, arrivando ad incassare in alcuni casi anche fino a 100 mila euro.

Al vertice ed a capo del “sistema” si presume vi fossero due avvocati reggini, rispettivamente di 37 e 42 anni (A.T. e U.T. le loro iniziali), che avrebbero contato sull’aiuto di altre cinque persone: il titolare di una autocarrozzeria, il 47enne G.A.N.; un 33enne, A.A.C.; un 58enne, G.C.; un 33enne, R.P.; e un 58enne, S.P.

A carico di tutti e sette - su disposizione della Procura della Repubblica del capoluogo dello Stretto, diretta da Giovanni Bombardieri - i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e delle Compagnie cittadina e di Melito Porto Salvo, hanno così eseguito un decreto di perquisizione domiciliare con le accuse di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe assicurative, di falsa testimonianza e di corruzione.

Nel corso delle operazioni è stato anche eseguito un sequestro preventivo a carico di un’autocarrozzeria del rione Modena e di un centro protesi dentale del quartiere Gallico.

I provvedimenti hanno origine da un’attività d’indagine condotta dal Nucleo Investigativo dell’Arma, coordinata dal Sostituto Stefano Musolino, ed avviata per riscontrare parte delle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia.

Tra i soggetti menzionati da quest’ultimo vi erano proprio i due legali reggini, sui quali sarebbe emerso che si occupassero appunto ed in particolare di pratiche di sinistri stradali.

Indagando specificatamente sui due avvocati gli investigatori sono arrivati a ritenere, dunque, che fossero a capo della presunta organizzazione dedita alla commissione di truffe ai danni delle compagnie assicurative, simulando artatamente degli incidenti con lo scopo di ottenere dei lauti risarcimenti, e a questo scopo adottando “ogni forma di espediente”.

I reati contestati e le modalità con le quali venivano eseguiti, spiegano gli stessi inquirenti, “evidenziano come si attivi di fatto, e certamente questo è già avvenuto sull’intero territorio nazionale, un circolo vizioso, poiché le assicurazioni, vedendosi truffate, aumentano il prezzo base dell’Rca, che innesca a sua volta ulteriori frodi che causeranno costanti aumenti sulla polizza Rca di tutti i cittadini”.