Depurazione. Giro di tangenti e scambio di favori a Reggio, Dda chiede l’arresto di Incarnato

Reggio Calabria Cronaca

Il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Stefano Musolino, ha presentato appello al Tribunale della Libertà contro l’ordinanza del gip Giovanna Sergi con cui era stata respinta la richiesta di custodia cautelare in carcere per il commissario liquidatore della Sorical, la società mista a maggioranza pubblica che gestisce la rete di distribuzione idrica in Calabria, Luigi Incarnato, segretario regionale del Psi e già assessore regionale ai Lavori pubblici nella Giunta di centrosinistra guidata da Agazio Loiero.

Il Pm aveva anche chiesto la misura cautelare anche per Alberto Scambia, amministratore di fatto della società Acquereggine, dell’imprenditore reggino Domenico Barbieri, del manager Luigi Patimo e dell’ex dipendente regionale Anna Maria Gregorace, indagata per traffico di influenze.

La richiesta si riferisce all’inchiesta “Rhegion” (QUI), del luglio 2016, su un presunto giro di tangenti e di scambi di favori tra gli indagati relativamente all’appalto per la depurazione delle acque della città dello Stretto.

Secondo l’accusa, sarebbe stata la Gregorace – il cui figlio era dipendente di Scambia – il “contatto tra lo stesso Scambia e Incarnato.

Il Gip Giovanna Sergi, nella sua ordinanza adesso impugnata dal Pm Musolino, aveva concluso come “non vi fosse certezza che le somme indicate in contabilità” fossero state “effettivamente consegnate ad Incarnato”.

“Sono assolutamente sereno” ha commentato l’iniziativa del pm il segretario del Ps, dicendosi certo di non aver fatto nulla che possa farlo preoccupare: “Ho rispetto della giustizia che, sono certo, anche in sede di Riesame darà ragione all’onestà della mia condotta”, ha aggiunto Incarnato.