All’Alberghiero di Vibo torna I Sapori della Legalità”: riuniti i parenti delle vittime di ‘ndrangheta
Si è tenuta lo scorso venerdì sera la cena “I Sapori della Legalità” nei locali dell’Istituto Alberghiero di Vibo Valentia. Dopo la riuscita dello scorso anno si è voluto replicare, grazie alla collaborazione ed all’importante contributo della Condotta Slow Food di Vibo Valentia, nella persona del suo presidente Fausto Marino, questo momento di condivisione e di incontro tra i familiari delle vittime innocenti delle mafie del territorio vibonesi e le Istituzioni, dove i ragazzi dell’Istituto, guidati dal brillante chef Pino Cardamone e dal validissimo staff degli insegnanti rappresentanti dal prof Fausto Raniti, hanno cucinato i prodotti tipici del nostro territorio. Un momento forte, in cui si è voluto provare a mostrare la vicinanza di una fitta rete che non dimentica i figli di questa terra portati via brutalmente per mano della ‘ndrangheta e che non lascia sole le loro famiglie nella ricerca di verità e di giustizia e nella condivisione di un dolore così grande che purtroppo, non troverà mai fine ma che può e deve diventare seme di una speranza nuova che profumi di futuro e libertà. Un momento, quello delle festività, in cui il dolore si acuisce e le assenze squarciano i silenzi, un momento in cui c’è più bisogno di voltarsi e trovare volti amici.
La serata si è aperta con una toccante pièce teatrale a cura dei ragazzi del laboratorio di teatro che nasce dalla stretta sinergia tra Libera Vibo Valentia e l’Associazione Dracma. E’ stato messo in scena il famoso passo di Leonida Repaci “Quando fu il giorno della Calabria”, sotto l’egida della direzione artistica di Andrea Naso con la collaborazione di Rita Barbuto.
Non sempre le parole riescono ad esplicare le emozioni che si provano, spesso, infatti, non è possibile racchiuderle entro i limiti di una definizione perché sono profonde e prorompenti. E per noi è difficile spiegare gli abbracci tra i familiari, le loro strette di mano con le autorità presenti, i loro sguardi che si dicono tutto senza bisogno di parole e quei sorrisi accennati di chi porta i segni di un dolore immane che a fatica e con impegno, trasforma ogni giorno, in forza di cambiamento.
Gli occhi pieni di gratitudine e di affetto dei coniugi Piperno, genitori di Stefano, giovane di Nicotera ucciso nel giugno del 2018, il sorriso di Elsa, mamma di Francesco Vangeli, scomparso l’ottobre di un anno fa, accompagnata dagli altri tre figli. Le pacche sulla spalla di Vincenzo Chindamo, fratello di Maria, imprenditrice di Laureana di Borrello scomparsa a Limbadi, insieme alla sua bellissima famiglia. Gli occhi pieni di futuro di Letizia, la figlia più piccola di Maria Chindamo. Le strette di mano piene di vigore dei coniugi Vinci, genitori di Matteo, giovane di Limbadi fatto saltare in aria da un’autobomba. I “grazie di tutto” di Marzia e Guido, genitori di Francesco Prestia Lamberti, sedicenne ucciso da un suo coetaneo due anni fa ed infine, gli occhi vispi del loro nipotino, il più piccolo della famiglia di Libera.
Sì, famiglia. Una grande famiglia, che si ritrova intorno ad una tavola imbandita. Perché la tavola è sacra, è inviolabile, e ancora di più al sud, per il retaggio culturale che ci accompagna, è simbolo di casa e di amore. Una famiglia che non ha confini e barriere, una famiglia che ci spoglia dei ruoli che si ricoprono per essere solo uomini e donne che si riconoscono in una battaglia comune, quella della memoria e della giustizia.
Un grazie immenso alle autorità presenti. Il Prefetto di Vibo Valentia, Francesco Zito, la Sindaca di Vibo Valentia, Maria Limardo, il Questore, Annino Gargano, il Vice Comandante provinciale dei Carabinieri, Luca Romano, il Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Roberto Prosperi, il Comandante in seconda della Capitaneria di Porto, Serafino Fabio, il Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Giampiero Rizzo, il Presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano.
Un grazie ai ragazzi e alle ragazze dell’Istituto Alberghiero che con passione hanno reso tutta la serata impeccabile e hanno tramutato nel loro linguaggio, secondo le specificità della loro scuola, il nostro messaggio di unione e condivisione. Un ringraziamento agli amici dello Slow Food sempre disponibili e partecipi.
Ed infine, un grazie che non sarà mai abbastanza, ai familiari delle vittime innocenti della ‘ndrangheta per il loro quotidiano esempio di lotta, di resilienza e la loro fiducia in un futuro a portata dei sogni di chi, oggi, deve continuare a vivere e combattere per chi non può più farlo.