Appalti cinesi, Procura di Roma chiede processo per Occhiuto
La Procura di Roma non molla e ha riproposto la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Mario Occhiuto. Le accuse mosse al sindaco Bruzio sono di associazione a delinquere con l’aggravante della transnazionalità nell’inchiesta su una presunta serie di progetti di riqualificazione ambientale per centinaia di milioni di euro. Occhiuto è indagato con l’ex ministro all’ambiente Corrado Clini e sua moglie Martina Hauser (QUI).
Alla richiesta avanzata dal sostituto procuratore Alberto Galanti, nel corso dell’udienza che si è tenuta a Roma, il legale del primo cittadino di Cosenza si è opposto e ha avanzato richiesta di non luogo a procedere. La vicenda giudiziaria passerà comunque il vaglio del giudice il prossimo 19 febbraio, quando la questione sarà decisa per tutti e tre gli imputati.
I fatti risalgono ai tempi in cui Clini era ministro dell’Ambiente e, per questo avrebbe, secondo l’accusa, usato ingenti risorse del dicastero in Brasile, Messico, Iraq, Montenegro e Cina per interventi di efficientamento energetico.
Si parla di 112 milioni di euro messi a disposizione per i vari Paesi ammessi a ricevere il contributo a fondo perduto ma che, per gli investigatori, sarebbero stati gestiti senza gare a evidenza pubblica, bensì con totale discrezionalità da parte di Clini e del suo “cerchio magico”.
Per gli inquirenti i fondi in questione sarebbero stati assegnati da Clini a imprenditori a lui vicini che avrebbero “ricambiato” il favore con “denaro o altre utilità, attraverso prestazioni professionali vere o fittizie, assunzioni e incarichi”.
La stessa Hauser, al tempo dell’inchiesta assessore a Palazzo dei Bruzi durante il primo mandato di Occhiuto, avrebbe beneficiato di questi “favori”. Per gli inquirenti l’incarico, retribuitole con ottantottomila euro, sarebbe stato un modo per ricambiare la cortesia di una serie di commesse pubbliche in Cina ricevute negli anni precedenti dal futuro sindaco di Cosenza, tra il 2008 e il 2010.