A Marcellinara si bruceranno più rifiuti. Insorgono sindaci e sindacati
La conferenza dei servizi ha chiuso i lavori esprimendo parere favorevole all’approvazione dei progetti in variante proposti dalla Calme e per il rilascio della relativa autorizzazione con prescrizioni e le indicazioni contenute nei diversi pareri.
In soldoni, la quantità di rifiuti da bruciare nel cementificio Calme di Marcellinara, a metà strada tra Catanzaro e Lamezia, verrà aumentato.
Una decisione, questa, presa nonostante l’opposizione dello stesso Comune di Marcellinara e del suo sindaco, Vittorio Scerbo, che ha detto di voler valutare la possibilità di impugnare il provvedimento regionale.
Parere contrario è arrivato anche dal Comune di Tiriolo, che parla di accordi disattesi secondo cui l’autorizzazione sarebbe dovuta passare da “monitoraggio ambientale per un anno senza variazioni; acquisiti i risultati del monitoraggio, l’autorizzazione dell’incremento richiesto del quantitativo di Css sarà subordinata all’installazione di uno scrubber a secco e di un sistema catalitico di riduzione degli ossidi di azoto”.
La soluzione prospettata per la Cgil risulta “molto discutibile” e “certamente lesiva delle prerogative di ben due amministrazioni comunali (Marcellinara e Tiriolo) che, forti delle decisioni assunte dai rispettivi civici consessi, hanno espresso una serie di perplessità nel merito dell’ampliamento dell’impianto, offrendo anche utili correttivi atti a contenere al massimo il possibile impatto ambientale negativo”.
La Sigla afferma di avere “a cuore la salute dei lavoratori e dei cittadini, ed auspicando che non ci si ritrovi in una nuova terra dei fuochi (Lamezia Terme docet), riteniamo che la soluzione delle discariche (che non siano di servizio agli impianti e per gli scarti di lavorazione) e degli inceneritori non sia quella giusta, se poi a determinare le scelte del pubblico sia la logica della totale soddisfazione degli interessi dei privati, nel nome di un rilancio dell’occupazione, che a Taranto (ex Ilva) ha prodotto tutto quello che finora abbiamo conosciuto”.
Per la Cgil è quindi urgente che la Regione Calabria “sia conseguenziale alle proprie scelte ribaltando il paradigma con la conseguenza che il privato deve supportare le scelte del pubblico e non viceversa”.