Rapina col buco alle poste, bottino da 200mila euro. Incastrato dal dna
Assalto da film alle poste di Schiavonea a Corigliano Rossano. Nel maggio del 2017 due persone, con il volto coperto e con indosso tute da lavoro e guanti, si erano intrufolate nella struttura attraverso il bagno dell’ufficio, passando da un buco fatto nella parete che confinava con un magazzino da tempo non utilizzato.
Una volta all’interno avevano minacciato tutti i presenti, un solo cliente ei dipendenti rimasti in orario di pausa pranzo, e avevano puntato loro pistole. Si erano quindi fatti consegnare tutti i contanti contenuti nell’ Atm e nella cassaforte, per un totale accertato di 171 mila euro, che avevano poi infilato in delle buste di plastica per la spesa.
Pr ottenere il tempo necessario alla fuga, avevano così legato tutti con delle fascette di plastica e delle corde, scappando dallo stesso buco nella parete da dove erano entrati.
Dopo tre anni i Carabinieri di Corigliano Calabro hanno eseguito oggi, nei confronti di un rossanese di 46 anni, la misura cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Castrovillari su richiesta della Procura locale, per i reati di rapina aggravata e sequestro di persona aggravata.
Dopo la rapina militari avevano avviato le indagini, delimitando la zona del reato mentre i colleghi della Sezione Operativa avevano eseguito un sopralluogo, trovando nel magazzino attiguo all’ufficio postale, da dove erano entrati i malviventi, due tute da lavoro e un ariete, utilizzati malviventi per fare il buco.
I Ris di Messina avevano effettuato i rilievi necessari per risaltare a tracce di Dna. Raccolte anche le testimonianze delle persone presenti e visionate le immagini registrate dalle telecamere nel raggio di parecchie centinaia di metri dal luogo del reato; infine erano stati analizzati i tabulati telefonici.
Da quest’ultimi si sono ottenuti dei, così come dalle analisi del Ris: nel primo caso si è notata la presenza di alcune persone di Rossano che si erano già rese responsabili di una rapina nell’ufficio postale di Bocchigliero; nel secondo, le analisi del dna sul polsino di una delle due tute, ha permesso invece di identificare una persona che è stata arrestata, il 46enne di Rossano, P.M., con diversi precedenti alle spalle per reati contro il patrimonio, la persona e gli stupefacenti.
Il giudice ne ha quindi disposto il carcere, ritenuta l’unica misura adeguata, per reiterazione del reato. Il gip ha, inoltre, ritenuto sussistenti le aggravanti di aver agito travisato e armato, di aver posto le vittime in uno stato d’incapacità d’agire e di aver approfittato delle circostanze di luogo e tempo (essendo l’ufficio postale, in quel momento, chiuso al pubblico).