Luce su omicidio di 40 anni fa: fatto fuori perché non voleva pagare il racket
Dopo più di 38 anni si sarebbe fatta luce su un omicidio avvenuto nel lontano 1981, quello, in particolare, dell’imprenditore Santo Nigro, ammazzato il 18 novembre di quell’anno a Cosenza.
Stamani la Dia di Catanzaro - coordinata dalla Dda, dal procuratore Nicola Gratteri e dai Sostituti Vincenzo Capomolla e Vito Valerio - ha eseguito difatti due arresti, portando in carcere Mario Pranno e Francesco Cicero, rispettivamente di 64 e 59 anni, ritenuti dagli inquirenti come “figure storiche” della criminalità organizzata bruzia e oggi gravemente indiziati di concorso, a vario titolo, nell’omicidio dell’imprenditore.
La tesi degli investigatori è dunque che Nigro sia stato ucciso perché rifiutatosi di accettare delle ripetute richieste estorsive della ‘ndrangheta, in particolare del clan Perna-Pranno, quindi fatto fuori anche per consentire alla cosca di riaffermare il suo potere e fungere anche da “avvertimento” agli altri commercianti affinché non seguissero il suo esempio e dunque pagassero il racket.
L’imprenditore fu difatti assassinato proprio in un negozio di sua proprietà, nella centralissima via Popilia del capoluogo bruzio, e durante i lavori di ristrutturazione del locale. Quella tragica sera rimase ferito ad una gamba anche il figlio della vittima.
Gli inquirenti, a sostegno anche della loro ipotesi, spiegano che in quel particolare periodo storico Cosenza e la sua provincia erano sconvolte dalla guerra di mafia tra i clan Perna-Pranno e Pino-Sena. I primi, avevano sottoposto ad estorsione tutti gli imprenditori che ricadevano nella loro zona di “influenza” per garantirsi le risorse economiche proprio per fronteggiare la cosca opposta.
Diversi, poi, sono stati i collaboratori che hanno parlato proprio dell’omicidio di Nigro, dichiarazioni che per gli investigatori sono state tutte concordanti sia sul movente dell’assassinio che sui presunti mandanti.
Proprio Mario Pranno, oggi arrestato, si era assunto la paternità di quell’omicidio nel corso del suo breve periodo di collaborazione con la giustizia iniziato durante il maxi processo “Garden” e poi conclusosi nel 2000 con la sua fuga da una località protetta.
All’epoca dei fatti Pranno sarebbe stato uno dei capi più violenti del clan, elemento questo che emergerebbe proprio nella sentenza irrevocabile del processo Garden in cui è stato condannato a 20 anni, con la speciale attenuante prevista per i collaboratori.
Come dicevamo nel marzo del 2000 fuggì da una località protetta e venne poi catturato nel dicembre successivo in un appartamento del quartiere San Vito di Cosenza, sua vecchia roccaforte. Scontò quindi il suo lungo periodo di detenzione carceraria fino a giugno del 2015.
Quanto al secondo arrestato, Cicero, quest’ultimo si ritiene abbia fatto da palo ai killer di Nigro: almeno questo che hanno riferito tutti i collaboratori di giustizia. L’uomo, soprannominata il “pirata”, è fratello di Domenico Cicero, alias “Micuzzo”, che dopo il processo Garden avrebbe assunto la reggenza del gruppo Perna-Pranno.